Ribaltone in Inghilterra? E’ spavento per l’Europa

Giovedì 7 maggio può diventare una data storica. Per l’Inghilterra, la Scozia, specialmente per l’Europa comunitaria. Il Premier David Cameron, 48 anni, leader dei conservatori, teme il ‘ribaltone’ poiché è insidiato dal segretario laburista Ed Milliband (45) con cui si è schierato l’ex Premier Tony Blair e da quello populista di estrema Destra Nigel Farage (50), primo partito alle Europee dell’anno scorso.  Sul problema della permanenza nell’Ue il Premier è possibilista anche se ha promesso, in caso di vittoria, di indire nel 2017 un referendum sul ‘brexit’ (uscita di Londra dalla Comunità). Milliband è invece europeista convinto e Farage (come Salvini e Marine Le Pen) è anti-immigrati e anti-Europa. Infatti anche al di là della Manica gran parte dell’opinione pubblica accusa Bruxelles di aprire le porte a incontrollabili flussi di profughi e reclama radicali modifiche su ‘welfare’ e occupazione. Ad aggiungersi a questo triplice confronto c’è la rinnovata voglia di distacco della Scozia dal Regno Unito nonostante la sconfitta subìta l’anno scorso. Per Cameron una scommessa pericolosa in quanto, dato che anche nel suo partito c’è insoddisfazione per i rapporti con l’Ue, deve calmare le acque ottenendo qualcosa di importante. Deve vincere alla grande, mentre un successo di misura lo relegherebbe in uno stato di ‘libertà vigilata’. Una sconfitta significherebbe invece la sua caduta, a tutto vantaggio della fronda euroscettica impersonata da Farage che attirerebbe gran parte della Destra dei Tories. Cameron si sente vicino a Renzi, ma pure alla Merkel anche se molti nel suo partito temono un’egemonia tedesca in Europa e un debordare delle ambizioni francesi. Nelle parole del Premier di Downing Street si avverte l’eco di sbiadite nostalgie di potenza da tempo divenute illusione. Schierato su posizioni filo-Ue è il sistema imprenditoriale, decisamente contrario all’idea di tagliare i ponti con un blocco economico tra i più importanti del mondo. Passando alla Scozia, si dà per sicuro che, in caso di ‘brexit’ inglese, Edimburgo chiederebbe subito di entrare nella Comunità europea. La secessione sarebbe inevitabile così come la fine del Regno Unito (infatti potrebbero seguire a ruota Irlanda del Nord e Galles). Probabilmente tutto ciò non accadrà anche perché il referendum potrebbe non tenersi oppure il ‘brexit’ potrebbe uscire sconfitto.

Augusto Dell’Angelo
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