Dal cordoglio per Pierluigi Cappello, la volontá affinché la sua opera diventi patrimonio culturale e spirituale dell’ateneo friulano

A pochi giorni dalla scomparsa del poeta Pierluigi Cappello, l’Università di Udine annuncia il suo impegno ad organizzare un seminario di riflessione sull’opera creativa del poeta friulano e sui modi con cui l’Università può farla diventare parte del proprio patrimonio culturale e spirituale. L’iniziativa, proposta dai tanti amici che Pierluigi Cappello aveva nell’Università di Udine, è stata subito accolta come «auspicabile e doverosa» da parte di Andrea Zannini, direttore del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, che si occuperà dell’organizzazione dell’iniziativa.

«Si tratta di un modo concreto per esprimere il cordoglio con cui l’Università di Udine partecipa al cordoglio del mondo culturale friulano e nazionale per la scomparsa dell’intellettuale friulano», dice il rettore Alberto De Toni, che in un recente incontro pubblico ha voluto ricordare Cappello con un minuto di raccoglimento e la lettura di un suo componimento.

«L’Università di Udine, nata per promuovere lo sviluppo e il progresso della cultura e delle scienze – ricorda Andrea Zannini -, riconoscendo nel poeta di Chiusaforte un esponente eccellente della cultura friulana, la cui statura era però tale da travolgere ogni partizione geografica, attingendo semplicemente all’assoluto, aveva deciso di insignirlo della laurea honoris causa nel 2013».

In quell’occasione il professor Gian Paolo Gri, che tenne la laudatio, aveva affermato che «l’Università di Udine appone oggi una sorta di sigillo accademico che accompagna e rilancia un percorso aperto, un processo di costruzione creativa in atto, eppure già autorevole (…) e al lungo elenco dei riconoscimenti (…) aggiunge il proprio auspicio che nuovi “incantesimi di scritture riuscite” si aggiungano in futuro alla lunga lista avviatasi nel 1992». E aveva indicato Pierluigi Cappello come «uno sciamano dotato del potere di cogliere il verso delle cose, capace di vedere la “realtà seconda” invisibile allo sguardo normale, esperto nel rendere visibili i fili sotterranei che scavalcano chiuse ben più strette e fortificate del suo paese d’origine, la Chiusaforte nativa, con le sue pareti opposte della montagna a un tiro di sasso». Un poeta «dai molti modi d’essere. Viaggiatore, soprattutto: della natura dei “viaggiatori notturni” che abitano le cosmologie non sterilizzate dalla razionalità ragionieristica occidentale». E «mentre i benandanti – proseguiva Gri - volavano nella notte a combattere per le biade e le uve della loro gente, i testimoni affermano che il loro corpo giaceva immobile». Ebbene, «poche volte, come in Pierluigi Cappello, mi è capitato – disse Gri - di incontrare una riflessione così lucidamente radicale intorno alla contraddizione creativa che si produce fra immobilità del corpo e libertà dello spirito».

«Oggi – conclude Francesco Nazzi, delegato del rettore alla cultura - l’intera Università di Udine, si augura che Pierluigi possa proseguire il suo "viaggio notturno", illuminando, attraverso parole che restano, il presente di tutti noi».