Quei 5 paesi sospesi tra Russia e futuro

 

Facevano parte dell'Urss, ma ora sono sospesi tra i tentacoli russi e un futuro pieno di ostacoli per recuperare la loro identità. Sono 5 Paesi asiatici (Kazakistan,. Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan e Turkmenistan) con un totale di 60 milioni di abitanti, in maggioranza musulmani, tutti con economie in bilico e. una politica altalenante tra nazionalismo e (iper) capitalismo.
Eredi di almeno due imperi perduti (il mongolo e il sovietico), in questo crocevia del mondo che di sovrani ne ha visti passare un'infinità, su e giù per la steppa: da Gengis Khan a Tamerlano, dalla Via della Seta al Grande Gioco tra russi e britannici nell'Ottocento, dalle orde mongole alla globalizzazione.
Tutti qui fanno affari: russi, cinesi, indiani, iraniani, europei, statunitensi. Pur da tempo indipendenti, restano ancora sospesi tra il vecchio e il nuovo, Il dominio sovietico è stato un regìme duro. Questo spiega l'enorme sforzo di riscrivere la propria storia, fino al paradosso: cancellati nomi di strade, lingua, abiti tradizionali, feste nazionali. Insomma, tutto ciò che sapeva di russo.
L'esempio più clamoroso in Kazakistan, dove nel 1997 è sorta dal nulla Astana, la futuristica capitale che ha sostituito Alma Ata. Una via di mezzo tra Dubai, Shanghai e Kuala Lumpur. Altro esempio a Tashkent, capitale uzbeca, dove sono stati divelti tutti i platani che adornavano da 150 anni i viali del centro storico, “simbolo coloniale”.
Eppure in quasi tutti i 5 Paesi restano al potere i dirigenti-sàtrapi che governavano già prima del crollo dell'Urss. In quasi tutti è sfacciatamente praticato il culto della personalità. Uno dei Presidenti, quello tagico Emomali Rakhmon, è arrivato al massimo del paradosso: ha nazionalizzato addirittura il suo cognome.
La steppa è da sempre una terra di passaggio: hub per trasportare armi e uranio. Però le nuove vie carovaniere non trattano più tappeti e spezie, ma flussi finanziari e petrolio.
Vi sono differenze tra Stato e Stato: il Turkmenistan è completamente chiuso e isolato, ma esporta gas in tutta l'Asia, l'Uzbekistan è repressivo e punta sul turismo occidentale,
il Kazakistan è più aperto per gli enormi giacimenti di gas e greggio che attirano investimenti da tutto il mondo, il Kirghizistan è chiamato la Svizzera del Centrasia per la sviluppata democrazia, gli stupendi panorami montani e la forza presenza di investitori Usa.
I nomadi sono quasi del tutto spariti e alla Babele di razze evocata da Marco Polo si è sostituito un nazionalismo etnico che ha messo in fuga le minoranze, russa e coreana in primis.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it