Jihad a sud del Sahara, un pericolo per il Papa

Il sanguinoso attentato nel grande hotel nel Mali propone con estrema drammaticità il pericolo della Jihad terrorista in Africa. Non soltanto, come si sapeva, in Nigeria e Somalia, ma anche a sud del Sahara. E sbalza con estrema evidenza il pericolo che corre Papa Francesco che, con cocciutaggine missionaria, a fine mese vuole aprire la Porta Santa (e quindi il Giubileo) a Bangui, capitale della Repubblica centrafricana, vicina al Mali.
A nulla sono valsi i suggerimenti e le pressioni dei Servizi segreti: lui non soltanto respinge l'idea di rinviare il tradizionale appuntamento liturgico nato nel 1300, ma a Bangui si rifiuta di incontrare i fedeli sul “Papamobile” chiuso e blindato.
Sarà il primo Giubileo aperto nel Continente nero, assediato da avvoltoi disposti a tutto pur di saccheggiarne le risorse e che rischia di cedere la propria anima a una società materialista, avida e pagana.
Se la Francia è nel mirino dell'Isis per i suoi bombardamento in Siria (e anni fa in Libia), in Mali lo è perché ha stroncato il tentativo di colpo di Stato jihadista che per un anno ha devastato la mitica città di Timbuctù. Ma sotto la linea del Sahel il terrorismo innalza i vessilli di Al Qaeda, dello Stato islamico e di una miriade di milizie locali determinando un caos simile a quello libico.
Stando ai resoconti dal Mali, il fanatismo tocca vertici ancor più terribili che in Siria. Bande di assassini che, in una allucinata escalation, colpiscono stranieri disarmati. Bambini strappati alle famiglie a 4-5 anni e subito avviati ai campi di addestramento militare per diventare kamikaze.
Un'interminabile serie di divieti imposti dai militanti della 'guerra santa'. Proibiti il calcio, il fumo e la musica. Frustate a chi canta, lapidati gli amanti, donne sempre velate e con i guanti. Sono impostori che mentono anche a se stessi. Infatti fanno tutte le cose che vietano, sanno vita, morte e miracoli sui calciatori Messi e Zidane, accendono di nascosto le sigarette, guardano e molestano le donne quando credono di non essere visti.
Pensano di essere al di sopra di ogni legge umana perché investiti dal compito di applicare la loro. Infatti camminano nella moschea con gli stivali perché dicono che fare la jihad li dispensa dall'obbligo,
Oltre alla fuga, cosa resta alle loro vittime? Soltanto la finzione, purtroppo. I ragazzi giocano nelle strade senza palla, come nell'immaginaria partita di tennis immaginata nel film “Blow up” di Michelangelo Antonioni. Lo fanno per illudersi di sopravvivere. Sta a noi raccoglierla. E portare in campo una palla vera.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it