Israele: Vince Netanyahu, ma si modificano gli equilibri nella sua coalizione

Che Benjamin Netanyahu fosse un combattente, un animale politico di primo piano era cosa risaputa, ma pochei solo una manciata di giorni fa avrebbero scommesso sulla sua vittoria. Capovolgendo le previsioni infatti Benjamin Netanyahu vince le elezioni in Israele . Il vantaggio è minimo ma il partito nazionalista liberale conquista 29 seggi. Il leader del centrosinistra Isaac Herzog si ferma a quota 24. Al terzo posto lo scrutinio conferma Lista araba unita con 13 seggi; segue il centrista Yair Lapid di C'è futuro con 11 seggi. Il leader del centrosinistra Isaac Herzog che dunque esce sconfitto, si è congratulato per telefono con Netanyahu per la "chiara vittoria" ottenuta dal suo partito. "Da parte nostra - ha aggiunto - continueremo a batterci per una società migliore". A questo punto, secondo i media locali Netanyahu sarebbe in grado di formare una maggioranza di destra forte di oltre 60 seggi (su 120)., utilizzando alleanze con i centristi di Yar Lapid, oggi 11 deputati (in forte calo contro i 19 di due anni fa) e membro del governo uscente. Al quarto posto nella competizione si registra l'exploit di Kuluna, il movimento sempre centrista, fondato solo pochi mesi fa da Moshe Khalon che ottiene 10 seggi e diventa probabilmente l'ago della bilancia. Khalon, prima di conoscere i risultati, aveva annunciato di essere pronto a governare sia con Netanyahu che con Herzog e che si sarebbe regolato in base ai risultati ed evidentemente in base alla realizzazione dei suoi programmi e del peso nel governo nascente. Dietro i centristi, prende8 deputati la destra nazionalista dei coloni di 'Focolare Ebraico' di Naftali Bennet che ne aveva 12 ed era già alleato di Netanyahu. Con 7 deputati a testa i due partiti di ispirazione religiosa : la destra ultraortodossa dello Shas che di seggi ne aveva 11 e lo United Torah Judaism, che conferma quelli che aveva. Batosta invece per la destra di Yisrael Beitenu considerato il 'falco' per eccellenza, il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, ha ottenuto solo 6 seggi contro i 13 della precedente Knesset. Insomma Israele sembra voler confermare la continuità anche se dei segnali vi sono, come appunto il ridimensionamento dei “falchi”, ma non è certo una rivoluzione copernicana. Benjamin Netanyahu, al potere da nove anni leader per ora incontrastato del Likud, ha giocato le sue carte per restare al potere a fronte di una minaccia crescente da parte del centrosinistra che, secondo i sondaggi, lo superava di quattro seggi (20/21 contro 24/25). Una situazione a sorpresa, non prevista da Bibi quando lo scorso dicembre dette il via alla crisi di governo 'licenziando' i due ministri centristi Tzipi Livni e Yair Lapid. Per poi trovarsi i sondaggi a sfavore. Quello che ovviamente interessa di più gli osservatori internazionali non è tanto quanto avverrà nella politica interna di Tel Aviv ma sulle ripercussioni nella secolare vicenda dello Stato palestinese. La situazione da questo punto di vista non si sbloccherà e la situazione resterà una spina profonda nei rapporti internazionali.