Fvg, 2015 anno in controtendenza per la qualità dell’aria

Il 2015 che finisce è stato un anno in controtendenza per la qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia poichè, dopo tre anni, sono tornati ad aumentare il numero di superamenti giornalieri relativi all’ozono e alle polveri sottili . Lo scrive in una nota l'Arpa Fvg. Questi superamenti sono in buona parte ascrivibili alle anomalie meteorologiche del 2015, caratterizzato da un’estate molto calda e soleggiata e da un esteso anticiclone mediterraneo che ha interessato anche la nostra regione da novembre a dicembre.
Per quanto riguarda l’ozono, le aree che hanno ospitato il maggior numero di superamenti sono state quelle pianeggianti e costiere. Il numero di superamenti è stato invece più basso in montagna e nel triestino. Nonostante l’elevato numero di superamenti giornalieri, i valori massimi orari di questo inquinante sono stati relativamente bassi rispetto agli anni precedenti, come se la riduzione nelle emissioni dei precursori dell’ozono, pur se non sufficiente a ridurre l’entità delle concentrazioni giornaliere in un contesto di forte insolazione, avesse comunque contribuito a stemperarne i picchi.
Per quanto riguarda le polveri sottili, invece, vi è stata una notevole differenza tra la pianura pordenonese e il resto della regione. Il numero di superamenti giornalieri nel pordenonese, infatti, è stato molto più alto nella destra Tagliamento rispetto alla bassa pianura friulana e all’area udinese e triestina. Questo comportamento è in gran parte dovuto al fatto che il pordenonese si trova all’imboccatura della valle padana e risulta meno ventilato e maggiormente soggetto all’arrivo di masse d’aria inquinate provenienti da ovest rispetto all’udinese, al goriziano e al triestino che beneficiano più frequentemente dei venti orografici provenienti da nordest. Interessante anche notare come la bassa pianura friulana, in condizioni meteorologiche avverse, sia caratterizzata da concentrazioni molto simili a quelle che si osservano in aree più densamente urbanizzate e trafficate, a riprova dell’ubiquitarietà delle polveri sottili che, a differenza degli inquinanti come benzene e monossido di carbonio che hanno caratterizzato gli anni ’90 e che ora sono quasi scomparsi, sono meno legati alle sorgenti emissive e richiedono misure di contenimento distribuite su un territorio più ampio e un maggior coinvolgimento della popolazione nella loro applicazione.