Tegola per Italia e Grecia: cambiare i patti di Dublino

Due giorni fa su questo stesso giornale abbiamo scritto che (almeno finché non si ridurrà la portata dell'esodo biblico dei profughi in fuga da guerre e fame) va abolito il Trattato di Schengen che fissa la libera circolazione nell'area Ue di persone e cose. Non i muri all'ungherese, ma controlli sì. Ma c'è un altro patto europeo che va cambiato subito, quello di Dublino.
Fu firmato nel 1990 dall'allora ministro dell'Interno del Governo Berlusconi, il leghista Roberto Maroni. Una tegola per l'Italia e la Grecia in quanto stabiliva che spetta ai Paesi di prima accoglienza ospitare i disperati finché non sono stati completati gli esami delle loro richieste di asilo. Vista la lentezza della nostra macchina burocratica, campa cavallo… Perciò la Merkel ci ha bacchettato.
Pur essendo stata più volte ritoccata, gran parte dei politici di vari Paesi (naturalmente con Roma e Atene in prima linea) hanno chiesto di sospendere la Convenzione, stipulata in un momento che non era certo drammatico come l'attuale.
L'asilo è un pilastro del diritto internazionale e nella recente storia europea ha soccorso in Francia personaggi come Voltaire, Cartesio e Thomas Hobbes per non parlare dei contestatori italiani del fascismo e poi (purtroppo) anche dell'assassino Cesare Battisti, poi 'girato' al Brasile. Anche Angela Merkel vi ha fatto recentemente ricorso data l'emergenza in Siria concedendo asilo politico a tutti i fuggiaschi dal Damasco (per la guerra, ma anche per fame). Però con i controlli allentati c'è il pericolo che nella marea di disperati si infiltrino anche terroristi legati all'Isis. Per questo un folto gruppo di neonazista l'ha contestata gridandole “traditrice”.
Anche il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, chiede a gran voce la revisione del Trattato di Dublino che determina una pressione insostenibile per Italia e Grecia, Paesi in prima linea. Ma di recente si sono aggiunte anche la Macedonia e la Serbia e ben presto ci sarà pure la Bulgaria. Per non parlare dell'Ungheria, 'porta' verso il Nord Europa, ma qui il Premier fascistoide Viktor Orbàn sta completando il muro per bloccare i profughi.
Dublino aveva legiferato in astratto, adesso invece bisogna fare i conti con la drammatica realtà.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it