Taglio del nastro per la demolizione del vecchio ospedale di Palmanova, pagato 890 mila euro anzichè 3,4 milioni. Era il 2008, epoca delle aste facili di Gestione Immobili Fvg

Oggi martedì 10 ottobre, alle 14.30 comincerà l’opera di demolizione del vecchio ospedale di Palmanova. Al suo posto nasceranno 40 appartamenti di edilizia convenzionata e la viabilità sul terzo anello della Fortezza sarà riaperta. L’opera è frutto della variante urbanistica 61. Recita così la nota trionfalistica del Comune di Palmanova il cui sindaco Francesco Martines parla di “Momento storico che attendiamo da molto tempo. Finalmente potremo cominciare l’opera di riqualificazione di quell’area, riaprendo anche alla viabilità su quel tratto della strada delle milizie”. “Vista la baricentricità dell’area continua il Sindaco di Palmanova Martines, oltre agli appartamenti, sarà valutata anche la possibilità di utilizzare la zona per l’installazione di servizi, anche e soprattutto legati al mondo socio-sanitario”. Bene ma ci consenta il sindaco Martines, di storico in questa operazione immobiliare non c'è nulla, se non la storica smemoratezza della politica e il fatto che si conta anche sulla smemoratezza dei cittadini e la distrazione della stampa. Perchè sull'area del'ex ospedale di Palmanova aleggiano ancora brutte ombre, se non del malaffare, almeno della cattiva amministrazione. Nel mirino nell'ormai lontano 2008, non il municipio della città stellata, ma l'amministrazione regionale a cavallo fra giunta Illy e in continuità quella Tondo. L'area dell’ex ospedale, 8mila mq, fu infatti ceduta dalla società partecipata regionale Gestione Immobile Fvg a 890 mila euro, pari ad un euro metro quadro, dopo che il valore iniziale stimato era stato di 3 milioni 300 mila euro. Ci sono voluti quasi dieci anni ma alla fine nasceranno, come primo intervento, 40 appartamenti e i proprietari dell'area la Mcp FriulCostruzioni potranno festeggiare la conclusone del loro affare con giusto testimonial, l'assessore regionale alle infrastrutture Mariagrazia Santoro, che nel 2008 era assessore tecnico esterno al Comune di Udine e in Regione non aveva ruoli. Oggi però è lei a presenziare quella che è una operazione che grida vendetta. Infatti anche se questo é il primo esempio di applicazione della legge regionale sul Riuso, norma che ha attivato strumenti che consentono di avviare programmazioni a lungo termine che incidono sulla pianificazione urbanistica, sulle aree dismesse e sulle politiche per la casa e l’intervento prevede un investimento totale di oltre 5 milioni di euro, di questi un milione e trecentomila sono di fondi regionali ai quali, diciamo noi, bisognerebbe aggiungere gli oltre due milioni (2,4) di mancati introiti generati dalla dissennata politica di alienazione dei beni operata dalla Regione Fvg per mano dalla società Gestione Immobili Fvg, alla quale occorrerebbe dedicare un capitolo. Diciamo solo che la società in questione, oggi in liquidazione, all'epoca dei fatti non era completamente pubblica, una grande fetta anche se minoritaria del pacchetto azionario, era detenuta da una società privata che in maniera più che anomala, vista l'attività di alienazione beni pubblici, esprimeva l'amministratore delegato.
Ex Ospedale civile
A seguito di inchiesta giornalistica ( nostra anche se con altra testata) questo Ad si dimise ed arrivo anche una richiesta di chiarimento dalla Ue.
Il metodo discutibile di alienazione dei beni, formalmente regolare, faceva si che le aste pubbliche degli immobili andassero più o meno per caso, spesso deserte, così alla fine restavano in coda quelle potenzialmente meno appetibili, come l'area dell'Ospedale di Palmanova, o per fare altro esempio una intera ex caserma di Tarvisio, ceduta per 295 mila euro con annessi tutti i terreni di pertinenza. Per capire il meccanismo che faceva finire le aste pubbliche di fatto a trattativa privata, è bene valutare un altro dato, nell’ultimo anno di cessioni 2007/2008, le aste pubbliche deserte di Gestione Immobili Fvg si erano moltiplicate fino ad arrivare a 28 assegnazioni dirette su 34 lotti. Statisticamente scatterebbe qualche sospetto. Ma per la Regione era tutto regolare, ogni timbro era suo posto, ma la domanda principe che si farebbe qualsiasi buon padre di famiglia era ed è una, valeva la pena svendere? Non c'è da credere che la Regione fosse in stato di bisogno come può avvenire ad una famiglia. Altri fatti che facevano sospettare una gestione non proprio assennata, ad essere teneri ovviamente, erano le stesse modalità di arrivo alla aste deserte. La pubblicità alla vendita, regolarmente sul sito della società, era davvero sufficiente perchè la maggior parte dei possibili interessati ne venissero a conoscenza? Insomma molti dubbi che nel 2008 non vennero fugati, ci pensò la politica regionale in una strana connivente continuità fra centrosinistra e centrodestra a coprire con un velo la vicenda e oggi si festeggia. Ma siamo certi che sia il sindaco Martines che l'assessore Santoro lo fanno... a loro insaputa.

Fabio Folisi