Provocazione Usa: Bombardieri in volo sulla penisola coreana, simulano un attacco. Si cerca il casus belli?

Bombardieri in volo sulla penisola coreana. Erano passati troppi giorni senza che qualcuno battesse un colpo nel braccio di ferro fra il presidente Usa Donald Trump e il suo antagonista Nord coreano Kim- Jong-un. I due sembrano sempre di più agire come fanno i neuroni specchio, la classe di unità cellulari che fanno parte del tessuto nervoso, i neuroni specchio infatti si attivano in maniera automatica quando un individuo compie un'azione e quando l'individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto. Tipico esempio è il contagio dello sbadiglio. Ma nel nostro caso, purtroppo, non si tratta di inoffensive azioni gestuali ma delle reciproche provocazioni che alla fine rischiano di ributtare il mondo in una crisi nucleare. Così i neuroni specchio di Donald, forse gli unici che possiede, lo hanno spinto a far decollare nella notte due bombardieri strategici B-1B che hanno volato scortati da jet di Seul nei cieli della penisola coreana. Insomma l'ennesima prova di forza, che potremmo chiamare provocazione, verso la Corea del Nord. Partiti ieri pomeriggio da Guam, i B-1B sono entrati nella Zona di identificazione di difesa aerea coreana (Kadiz) intorno alle 20:50 locali (13:50 in Italia). Secondo il Comando di Stato maggiore congiunto di Seul, i supercaccia Usa hanno simulato un attacco aria-terra sul mar del Giappone con due jet militari sudcoreani F-15K e volato poi tagliando la penisola.
I B-1B e i F-15K hanno poi avuto un’altra prova di tiro nel mar Giallo, sul lato occidentale: i supercaccia Usa hanno infine lasciato la zona di identificazione di difesa aerea di Seul intorno alle 23:30 (16:30 in Italia). L’Ufficio presidenziale sudcoreano ha fatto sapere, che l’addestramento “notturno” era parte della «turnazione di asset strategici militari statunitensi». In base agli accordi siglati tra le parti, le operazioni modulate in questo ambito sono destinate ad andare avanti.
I militari Usa hanno confermato le manovre notturne precisando che i bombardieri supersonici, noti come Lancers, hanno avuto simili attività anche con l’Aeronautica nipponica, descritte come una «serie di missioni bilaterali nelle vicinanze della Corea».
Per la prima volta, quindi, i B-1B e le forze aeree di Seul e Tokyo hanno avuto prove congiunte a conferma delle «presenza continua» a dimostrazione della prontezza nell’area Indo-Asia-Pacifico con il supporto dell’impegno militare Usa per «la tutela della sicurezza e della stabilità regionali». Lo scorso mese i B-1B americani hanno volato sulle acque internazionali vicino alla costa orientale della Corea del Nord, in una prova aerea notturna indipendente che, secondo l’intelligence di Seul, non era stata rilevata dalle forze di Pyongyang.
Ora si aspetta che i neuroni specchio di Kim-un si attivino per fare la sua mossa e così via, finchè qualcuno inciamperà sul filo del rasoio sul quale si muovono queste azioni militari provocando il casus belli che forse qualcuno auspica, magari i costruttori e venditori di armi.