Salone del libro 2016, sarà protagonista L’Arabia Saudita

arabia_sauditaSarà l'Arabia Saudita il paese ospite e protagonista al Salone del Libro di Torino 2016. Ad annunciarlo è stato il presidente della Fondazione, Rolando Picchioni e l'addetto culturale saudita, Fahad Hamad Almaghlooth.

Si parla già di 300 mq di stand ispirati alla Via della Seta, sulle tracce di Marco Polo. Protagonisti, dunque, saranno anche altri paesi quali l'Azerbaijan e il Kazakhistan.

Ma qual è la tradizione letteraria dell apenisola araba?

In Arabia la letteratura ebbe inizio già dai tempi pre-islamici, dal regno dei Nabatei, per intenderci, intorno al III a.C fino al V d.C. Quando il regno di Hasan Ibn Tubbaa conquistò il Neged e costituì diversi regni ed emirati. Fi in questo periodo che nacque la poesia araba classica, e i vati erano tutti nomadi e beduini. I più famosi furono Imr-ul-Kais (morto fra il 530 e il 540), Tarafa ibn al Abd, il riformatore Zuchair ibn Abi Sud'ma (530-627) fino all araffinatezza poetica di Ibn Saddad al Absi (525-615), le cui poesie sono tutt'or arecitate a memoria.
Ma la prima opera in prosa araba è proprio il Corano, scritto da Maometto (o a lui attribuito). Ma nello stesso periodo, VII secolo, in prosa si diffusero le khadisi, o tradizioni sulla vita e sulle opere di Maometto.
Con la formazione del califfato la poesia uscì dal deserto per diffondersi nelle città (La Mecca e Medina) mutando i suoi contenuti e diventando strumento per la diffusione dell'islamismo. Si cantò, così, la guerra "santa", si celebrarono i caduti durante le molte guerre di conquista e la forma era ancora quella dell'elegia o qasida. Ecco che molto popolari diventarono i canti lirici, le ghazele e i canti satirici.
Alla fine dell'Ottocento e agli inizi del Novecento, invece, non si hanno personalità letterarie di particolare rilievo. Fa eccezione Ibrahim al-Iskubi, morto nel 1913, autore di poesie in cui si esprime la contemporaneità, non esclusi conflitti sociali e problemi politici. Intorno al 1930, con l'inizio della stampa (nel 1931 viene pubblicato il giornale La voce dello Higiaz) ebbe fortuna il romanticismo che vide un rifiorire dei poeti arabi.
Iniziatori del movimento definito appunto romantico furono Muhammed Surur as-Sabban (nato nel 1898) e Muhammed Hasan Awwad (nato nel 1906).
Il poeta Abd al-Aziz ar-Rifan toccò un tema in genere poco espresso nella poesia araba: l'interesse per il paesaggio, per la natura incontaminata e la sua bellezza. Uno straniero in patria si sentì invece Ahmed Kindil (autore di vari volumi di versi, fra cui Lo ieri perduto). L'inquietudine, l'incertezza, i dubbi sono gli elementi caratteristici della poesia di Muhammed Said al-Muslim, Muhammed Hasan Fiki (nato nel 1930); pure romantico fu il poeta Abdallah Feisal, che era un emiro. Ottimistica e gioiosa fu invece la poesia di Abd al-Ghani Kisti, Abdallah al-Karrawi (nato nel 1935), Makhmud Takh e Mahmud Aref.
Dopo la prima guerra mondiale si diffuse anche il realismo, e la gente umile trovava la sua espressione nelle opere di Abd as-Salam Hashim Hafiz. Ahmed Abd al-Gafur Attara, Madgid al-Husein e altri.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, si inasprì la protesta sociale e, nella letteratura, trovò il suo spazio anche la donna, sia come protagonista nei romanzi, sia come autrice, è il caso della poetessa Leila Iskakh Uzzuz (1942) e la giornalista e pubblicista Leila Suleiman Faida.