Renzi scafista della legge elettorale. Da lunedì la pericolosa “traversata” parlamentare

Renzi inizia da lunedì la perigliosa traversata parlamentare della legge elettorale. Il suo barcone fa acqua e alti marosi cercano di affondarlo. Lui resterà al timone per cercare di traghettare anche la sua minoranza che ritiene inutile e cenciosa, chiusa nella stiva. Finirà anche lui a fondo o come è più probabile alleggerirà la barca rottamando i passeggeri scomodi buttandoli ai pesci? Di certo alla fine chiederà la fiducia e aiuto, per rimanere nel paragone nautico, alla Guardia Costiera, comandata, da a terra da Silvio, e in mare da capitan Brunetta? I segnali del naufragio imminente ci sono tutti, ma una mano di “fiducia” potrà arrivare silenziosa ed occulta. Il primo aiutino arriva proprio da Forza Italia che si fa paladina delle prerogative parlamentari ma facendolo spinge consapevolmente ed indirettamente affinché si chieda la fiducia e lo fa agitando lo spettro del voto segreto sugli emendamenti. Dice Brunetta: “All’inizio della prossima settimana il gruppo Forza Italia della Camera dei deputati, al pari degli altri gruppi parlamentari di opposizione a Montecitorio, presenterà una pregiudiziale di costituzionalità in merito alla riforma della legge elettorale. Il nostro gruppo, inoltre, sempre all’inizio della prossima settimana, a norma di regolamento, richiederà di procedere con voto segreto sulla stessa pregiudiziale di costituzionalità”. Fin qui tutto come previsto, ma per i dietrologi delle cose di palazzo si aprono giorni di machiavelliche congetture. Dando per scontato, chissà poi perché, che la scelta di Renzi sarà quella di non chiedere la fiducia, in realtà la richiesta di forza Italia non è finalizzata a non far passare la legge elettorale unendo i propri voti a quelli degli oppositori interni al Pd, ma esattamente il contrario. Oibò cèè da farsi venire il mal di testa. La motivazione di fare una cosa pensandone un'altra sarebbe chiara. Forza Italia è terrorizzata all'idea di andare alle elezioni anticipate in questo momento. Sarebbe massacrata da percentuali a una cifra e gran parte dei suoi parlamentari perderebbero scranno e stipendio. Invece nel caso di una fiducia, che passerebbe certamente, fare questo favore a Renzi potrebbe aprire futuri scenari “nazzareni” nella parallela gestione del partito della nazione, previa espulsione della sinistra dal Pd, ovviamente. Insomma una logica di convergenze parallele simili a quelle ben più nobili fra Pci e Dc portate avanti in altro secolo da Aldo Moro e che gli costarono, con ogni probabilità, la vita. Ma altri osservatori invece raccontano di un travaglio fortissimo in Berlusconi perchè l'ex cavaliere conosce lo stato comatoso del suo partito, non si fida di più di Renzi che sa essere troppo simile a lui, due leader nel centro destra sono troppi e poi gli ha detto già troppe volte “stai sereno”. Sa che quindi che non vincerà comunque le prossime elezioni neppure se venissero svolte alla scadenza naturale del 2018, ci sono Grillo e Salvini sulla sua strada e quindi non ha alcun interesse a votare una legge che potrebbe garantire governabilità assoluta a chi vincerà e per un periodo, fino al 2023 che lo metterebbe fuori dai giochi per raggiunti limiti d'età, anche se forse visto il personaggio e la sua presunzione d'immortalità, questo pensiero forse lo esorcizza. Per sua fortuna, come spesso è accaduto in passato, dicono altri esperti politologi, arriverà il soccorso rosso ad aiutarlo. Non è escluso infatti che l'autogol da qui alle elezioni del 2018 lo faccia proprio il centro sinistra, non tanto o meglio non solo, per le divisioni interne al Pd e neppure per una possibile diaspora che potrebbe perfino essere invece salutistica , ma per il fatto che il governo del fare, l'unica cosa che farà davvero, rischia di essere un flop tremendo. Troppo arrogante Matteo Renzi e troppe le scelte fuori quota relativamente al proprio elettorato di riferimento. Non si possono sempre far spallucce dicendo che forze sociali ed iscritti si faranno una ragione delle scelte destroidi di un governo di sinistra. Finita l'ubriacatura della presunta invincibilità ed infallibilità renziana il popolo del Pd potrebbe tornare alla ragione e rendersi conto che avere il potere perchè lo si utilizzi in favore di altri da sempre sull'altra barricata (Job act insegna) è come darsi le bottigliate sui testicoli, quelle di “tafazziana” memoria, ovviamente. Insomma nel palazzo ci sono pensieri in libertà, ed è già qualcosa, perchè da osservatore esterno l'impressione è che di pensieri nella aule parlamentari ne alberghino pochi e il concetto di libertà lo si ritrova solo nell'anniversario del 25 aprile. A proposito auguri.