Renzi annuncia tagli alle tasse imponenti, ma per non averne di nuove entro la fine dell’anno bisogna trovare 16,8 miliardi

Fra le voci critiche che si sono levate dopo le promesse di taglio delle tasse da parte del premier Matteo Renzi, non vi sono solo quelle provenienti dal mondo politico,dall'opposizione ma anche dall'interno dello stesso Partito Democratico. Non solo gli annunci del segretario-premier sono sembrati una sorta di libro dei sogni in stile perfettamente berlusconiano, ma  è la matematica che sembra decisamente dare torto al segretario dei democratici.  Ha parlare oggi è ad esempio   Paolo Zabeo, del centro studi economici della CGIA di Mestre: “Dopo aver annunciato una rivoluzione copernicana in materia di tasse, il Premier Renzi adesso ci dica dove troverà le risorse per fare questa operazione, ha scritto in una nota la Cgia,   visto che la crescita economica prevista nei prossimi anni sarà ancora molto contenuta e la situazione dei nostri conti pubblici non ci consentirà di superare la soglia del 3 per cento del rapporto deficit/Pil. In altre parole, per tagliare le imposte deve altresì indicare quali capitoli di spesa andrà a razionalizzare, diversamente i suoi annunci non appaiono attendibili. Ricordiamo, inoltre, che entro la fine di quest’anno l’Esecutivo dovrà reperire ben 16,8 miliardi di euro, altrimenti già dal prossimo mese di ottobre scatterà l’aumento delle accise sui carburanti e dal 2016 l’Iva subirà l’ennesimo ritocco all’insù, mentre le detrazioni e le deduzioni fiscali subiranno una forte riduzione”.  La CGIA in sostanza ha assunto una posizione molto critica nei confronti delle promesse rilasciate dal Premier Renzi. Pur riconoscendo che con questo Governo si è invertita la tendenza – grazie all’introduzione del bonus degli 80 euro, alla decontribuzione totale per 36 mesi per coloro che assumono un dipendente a tempo indeterminato e all’abolizione dalla base imponibile Irap del costo del lavoro dei dipendenti con un contratto a tempo indeterminato – "è necessario proseguire su questa strada, senza, però, lanciare promesse che rischiano di non essere mantenute" ha aggiunto Zabeo.
“E’ ovvio che di fronte all’Assemblea nazionale del Pd il premier Renzi aveva l’obbligo di trasmettere un po’ di entusiasmo per risollevare il morale delle sue truppe – conclude Zabeo – ma annunciare una sforbiciata tra imposte e contributi che si aggira tra i 35 e i 45 miliardi di euro pare un obbiettivo difficilmente raggiungibile.
L’invito che rivolgiamo al Premier è di dimostrarci con dati alla mano dove recupererà queste risorse, altrimenti rischiamo di trovarci di fronte all’ennesima promessa lanciata nel vuoto”.
E mentre Renzi si è impegnato entro al fine della legislatura a togliere la tassa sulla prima casa, a ridurre l’Ires, l’Irap e l’Irpef, nel giro di pochi mesi dovrà invece “sterilizzare” una serie di clausole di salvaguardia da far tremare i polsi. Entro il prossimo 30 settembre, infatti, dovrà recuperare 728 milioni di euro per non far scattare l’aumento delle accise sui carburanti, poichè l’Ue ci ha bocciato l’estensione del reverse charge alla grande distribuzione. Con la prossima legge di stabilità che dovrà essere approvata entro la fine di quest’anno, invece, sarà necessario reperire altri 16 miliardi di euro circa per evitare che dall’inizio del 2016 scatti l’ aumento dell’Iva e la riduzione delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Insomma il rischio di nuove imposte è probabile mente quello dei tagli rischia di essere una buttade ad uso partitico.