PRESENTATO A ROMA IL CONSORZIO DI RICERCA EUROPEO EMSO ERIC PER IL MONITORAGGIO DI MARI E OCEANI

“EMSO ERIC è cruciale per ottenere set di dati per il monitoraggio a lungo termine dei mari europei e degli oceani. Questi dati sono fondamentali per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche per mitigare i rischi naturali e incrementare la tutela della biodiversità”. Con queste parole Robert-Jan Smits, Direttore Generale del Direttorato Generale Ricerca e Innovazione RTD-Commissione Europea, è andato al cuore dell’innovazione rappresentata dal consorzio europeo EMSO ERIC, un’infrastruttura di ricerca nel campo delle scienze marine, costituita da una rete di sistemi automatici di monitoraggio distribuiti nei mari che bagnano l'Europa.
Il consorzio è stato presentato ufficialmente a Roma, nella sede della Stampa Estera, venerdì scorso, 27 gennaio. EMSO ERIC, che ha sede principale a Roma, nasce sotto l’egida della Commissione Europea.
Infatti, spiega Robert-Jan Smits, l’Ue “ha contribuito con 3,9 milioni di Euro di fondi alla fase preparatoria di questa nuova infrastruttura europea, e sta fornendo un ulteriore supporto di 8,6 milioni di Euro per la sua fase di implementazione attraverso Horizon 2020, il programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea”.
L’evento di presentazione di EMSO ERIC ha visto anche la partecipazione di Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ente capofila per l’Italia di EMSO ERIC, che ha ricordato come un simile risultato testimoni “in un momento in cui l’ideale dell’Europa Unita sembra essere messo in dubbio, la necessaria e irrinunciabile dimensione europea per qualsiasi collaborazione di successo in campo scientifico”. Il Presidente di INGV ha anche evidenziato l’importanza di una infrastruttura di osservazione marina perché “l’ambiente oceanico vive gli stessi fenomeni che ci colpiscono drammaticamente di volta in volta, come disastrosi terremoti e eruzioni vulcaniche, ed è anche dove si generano gli Tsunami”; riferendosi alla recente cronaca, il Presidente INGV ha anche spiegato che “gli eventi climatici estremi, come quelli che hanno recentemente colpito l’Italia e che ci aspettiamo che accadano sempre più spesso, sono parte integrante dei cambiamenti climatici globali, nei quali l’oceano ha un ruolo-chiave di regolazione”.
Fulvio Esposito, segretariato tecnico per le politiche di ricerca - Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca MIUR, ha ricordato come il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca “abbia deciso di adottare il rafforzamento delle infrastrutture di ricerca come uno degli assi principali del Programma Nazionale di Ricerca 2015/2020. In questa cornice EMSO, infrastruttura di ricerca di livello europeo con quartier generale in Italia, presso INGV, e con il suo network di prestigiose istituzioni di ricerca attive sul fronte dell’osservazione degli oceani, può fornire una massa senza precedenti di dati di alta qualità, disponibili liberamente per scienziati, ma non solo per loro. Quindi EMSO ha il potenziale di produrre benefici socio-economici, di interagire con altri centri di ricerca italiani, come i National Technology Cluster, dando quindi più senso al supporto del nostro ministero ad EMSO stesso”.
L’evento di lancio di EMSO ERIC ha visto anche l’intervento di Paolo Favali, portavoce EMSO, che ha spiegato alla platea dei giornalisti italiani ed esteri il passato, presente e futuro di EMSO ERIC, e di Richard Lampitt, del National Oceanography Center UK, che ha la carica di Presidente dell’assemblea dei membri di EMSO ERIC.
Il Consorzio di Ricerca Europeo EMSO European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory European Research Infrastructure Consortium, è stato creato da otto paesi: Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania, Regno Unito, Spagna, ha sede a Roma e vuole promuovere attivamente la ricerca scientifica europea in ambiente marino, sotto l’egida della Commissione Europea. INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è ente capofila del Consorzio per l’Italia.
L’infrastruttura gestita dal consorzio europeo è su scala continentale, consiste di sistemi di osservazione a lungo termine e alta risoluzione, con monitoraggio in tempo quasi reale, ed è composta da 11 osservatori sottomarini a grandi profondità che forniscono grandi flussi di dati e 4 siti per test in acque basse, per il monitoraggio di processi ambientali che riguardano la geosfera, la biosfera e l’idrosfera e le loro interazioni. I siti sono posizionati in luoghi chiave dall’Artico all’Atlantico al Mediterraneo fino al Mar Nero, formando così una infrastruttura europea su vasta scala al servizio della comunità scientifica internazionale. Questo sistema consente la raccolta di dati preziosi su rischi naturali, cambiamento climatico e ecosistemi marini.
Gli osservatori oceanici, in continuo sviluppo, sono realizzati per dialogare con molteplici piattaforme di ricerca, consentendo un continuo flusso di dati dall’oceano e l’interattività con gli strumenti sia attraverso connessioni dirette che attraverso trasmissioni satellitari o via internet.