Siamo a nuova “guerra fredda”, soldati al confine con la Russia

Militari italiani saranno schierati in Lettonia "come deciso nel vertice di Varsavia": lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a margine all'assemblea Anci. Il vertice aveva deciso di formare un contingente Nato nell'ambito del progetto di rafforzamento delle frontiere orientali del patto atlantico. Pinotti ha precisato: "quando abbiamo fatto il vertice di Varsavia, all'interno delle responsabilità che hanno assunto altre Nazioni è stata anche data dall'Italia la disponibilità di fornire una compagnia, quindi con numeri non molto consistenti, all'interno di una organizzazione che prevede il coinvolgimento di moltissime nazioni della Nato". Ulteriore conferma è arrivata dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, durante una conferenza stampa congiunta a Roma con il segretario della Nato Jens Stoltenberg. "L'Italia ha sempre dato un contributo all'impostazione di un rafforzamento dei nostri assetti difensivi nei paesi del Nord e dell'Est dell'Alleanza. Partecipiamo da tempo a missioni di sorveglianza aerea nel Baltico e, nei prossimi mesi, parteciperemo con 140 uomini in Lettonia alla forza Nato a guida canadese, lì dispiegata", ha sottolineato il titolare della Farnesina. L'invio di soldati italiani, ha sottolineato Gentiloni, "non fa parte di una politica di aggressione verso la Russia, ma di una politica di rassicurazione e difesa dei nostri confini come Alleanza atlantica". Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha ricordato che "quando abbiamo fatto il vertice di Varsavia l'Italia ha dato la disponibilità di fornire una compagnia con numeri non molto consistenti all'interno di una organizzazione che prevede il coinvolgimento di moltissime nazioni della Nato". I militari italiani faranno parte di uno dei quattro battaglioni dell'Alleanza schierati nei Paesi baltici, ha detto Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, precisando che si tratta di una "presenza simbolica" che serve a dimostrare che "ci siamo e siamo uniti". Il messaggio chiave di Stoltenberg è quello di "difesa e dialogo" assieme, non in alternativa. La chiave è quindi la deterrenza, "un concetto che si è dimostrato valido per quasi settant'anni".