Mercati ancora sotto stress dopo due settimane dall’inizio dell’anno

L'ennesimo crollo della Borsa di Shanghai penalizza nuovamente le Borse europee che, dopo aver tentato un rialzo, finiscono per cedere agli eventi, complice anche l'andamento non certo brillante di Wall Street e il continuo calo del prezzo del petrolio (-5%), sceso sotto quota 32 dollari al barile, la peggior quotazione dal 2003 ad oggi.
Secondo molti analisti, la attuale forza valutaria del dollaro incide pesantemente sul prezzo del greggio e l'attuale stretta dei tassi Usa, induce molti a ipotizzare un prolungamento del crollo del greggio fino a quota 20 dollari al barile.
La banca d'affari Morgan & Stanley ha tentato di stabilire la correlazione diretta tra prezzo del dollaro e quello del greggio: un apprezzamento del dollaro del 5% corrisponde a un deprezzamento tra il 10 e il 25% del petrolio. A questo si aggiunge l'eccesso di offerta determinato dall'Arabia Saudita.
Sul fronte cinese, all'ennesimo crollo dell'indice Shanghai (-5,3%) si accompagna l'annuncio della Banca centrale di intervenire sul cambio acquistando lo yuan offshore, la valuta parallela soggetta alle fluttuazioni di mercato e quotata alla Borsa di Hong Kong. Stop, dunque, a nuove svalutazioni delle yuan. Restano alte le preoccupazioni relative all'andamento dell'economia cinese: i prezzi al consumo sono scesi ancora (1,6% su base annua)