Legge di Stabilità, fissato il calendario dei lavori. Al via domani la sessione in commissione Bilancio al Senato. Ddl in Aula dal 17 novembre.

Ieri la conferenza dei capigruppo ha deciso,  domani l'iter della “finanziaria”, oggi legge di stabilità, riprenderà con le comunicazioni in Aula del presidente Pietro Grasso che apriranno la sessione di bilancio sul ddl. Fissato invece per per il 14 novembre il termine per la presentazione degli emendamenti per l'Aula.
Per lunedì e martedì della prossima settimana sono confermate le audizioni che precederanno la discussione generale. La commissione Bilancio del Senato avrà tempo per esaminare il disegno di legge fino a venerdì 13 novembre. Quanto poi, al termine per la presentazione degli emendamenti per l'Aula, la scadenza è stata fissata per sabato 14 novembre. La stabilità approderà in Aula la settimana successiva, con ogni probabilità a partire da martedì 17 novembre. Questo l'iter deciso che salvo sorprese dovrebbe essere rispettato.
Sono invece già disponibili i testi ufficiali della manovra e quelli del Bilancio di previsione per il 2016 e il triennio 2016-2018, oltre 500 pagine che riserveranno non poche sorprese. Già si delineano le posizioni politiche di facciata dato che poi in sede di discussione ed analisi come avviene sempre verranno concordati emendamenti “correttivi”. Oltre al Movimento 5 stelle che attuerà la sua fin troppo ovvia opposizione pregiudiziale c'è da registrare la posizione critica di Forza Italia già sugli aspetti procedurali per il ritardo con cui la manovra è arrivata in Senato. Il capogruppo del partito in Senato, Paolo Romani, infatti ha fatto notare come il testo della Legge di Stabilità 2016 sia arrivato a Palazzo Madama: “ben oltre la scadenza del 15 ottobre fissata dalla legge; ben dopo che sia stata approvata dal Consiglio dei ministri; ben dopo la discussione in Europa: ben ultimo, quindi, il Parlamento a ricevere la legge più importante di un governo e del Paese”. Nel frattempo, si attendono i rilievi della commissione UE: il fatto che fino ad oggi (a una settimana dall’invio della manovra a Bruxelles) non siano arrivate richieste di modifica significa che non ci saranno contestazioni relative al mancato rispetto dei parametri di bilancio. I contenuti generali della manovra sono già noti, ma come sempre le vere sorprese verranno dai “particolari”. Comunque come annunciato da tempo c'è la contestata da molti revisione delle imposte sul mattone con abolizione della Tasi sulla prima casa, dell'imu agricola e sui macchinari imbullonati, rinnovo dei contratti per il pubblico impiego (con poche risorse però, circa 200/300 milioni in tutto), riapertura del dossier pensioni con l'introduzione del part-time per chi è prossimo alla pensione, opzione donna per tutto il 2015 ed approvazione della settima salvaguardia per 26.300 lavoratori. Ancora: proroga degli sgravi contributivi per i lavoratori assunti a tempo indeterminato ( ma con una riduzione del 50% dal 2017), ritocchi al regime forfettario per i lavoratori autonomi con l'introduzione dello statuto dei lavoratori o meglio di ciò che ne rimane (che però finisce in un collegato alla finanziaria) e un congelamento delle aliquote contributive alla gestione separata, misure per il sociale (90 milioni di euro per il Dopo di Noi e 400 milioni per il fondo delle non autosufficienze), e infine ciliegina sulla torta il canone Rai in bolletta. Nei testi del ddl predisposto da Renzi e Padoan c'è anche una riduzione dell'Ires per le imprese (al 24% dal 2017) con l'arrivo del superammortamento e il ritorno della detassazione sul salario di produttività in busta paga, l'innalzamento dell'uso del contante a 3mila euro, la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia su aumento Iva e Accise, la proroga dei bonus legati alle ristrutturazioni edilizie, una ulteriore stretta sulla spending review, un capitolo specifico come vedremo è dedicato alla sanità e un aumento del prelievo fiscale sui giochi. Per i pensionati ancora c'è l'estensione della no tax area. Ma la misura scatterà dal 2017 salvo si ottengano maggiori margini in sede Ue. Nel provvedimento c'è anche un piano di contrasto alla povertà con l'istituzione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del ‘Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale’ al quale è assegnata la somma di 600 milioni di euro per il 2016 e di un miliardo a decorrere dal 2017. Il Fondo finanzierà la legge delega sulla povertà che verrà approvata come collegato al dd di stabilità. Tutte misure che l'esecutivo ha adottato ufficialmente il 15 Ottobre e che saranno approvate in via definitiva dopo il lungo iter alla fine di dicembre. Ma come detto l'iter del tutto potrebbe essere tormentato in quanto il dibattito parlamentare prevedibilmente apporterà modifiche al testo approvato dal Governo. Tornando al testo approvato da Renzi & c, pesante è la parte relativa alle norme riguardanti la sanità. Si inizia infatti con il “trucco”, se infatti il testo recita all'art. Comma 14: “Al fine di contenere il livello complessivo di pressione tributaria, in coerenza con gli equilibri generali di finanza pubblica, per l’anno 2016 è fatto divieto alle regioni e agli enti locali di deliberare aumenti dei tributi nonché delle addizionali ad essi attribuiti con legge dello Stato rispetto ai livelli di aliquote deliberate per l’esercizio 2015”, poi aggiunge una velenosa postilla: “Ma la sospensione non vale per le maggiorazioni delle aliquote fiscali finalizzate al ripiano dei disavanzi sanitari e quindi le Regioni in Piano di rientro potranno comunque aumentarle”. Insomma aumento dei ticket all'orizzonte, anche se il governo nega sarà così, e alla fine la patata bollente passerà alle regioni e da queste ai cittadini, che alla fine saranno quelli che si scotteranno.