L’arte trova nuova casa a L’Aquila: il ministro Franceschini ha inaugurato il nuovo Munda – Museo nazionale d’Abruzzo

Si è inaugurato sabato scorso 19 dicembre, a L’Aquila il MUNDA - Museo Nazionale d'Abruzzo.
Sono intervenuti il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, il sindaco della città dell’Aquila, Massimo Cialente, monsignor Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell’Aquila, il segretario generale del MiBACT, Antonia Pasqua Recchia, e Lucia Arbace, direttore del Polo Museale d’Abruzzo.
Un evento emozionante, non solo per l'importanza del progetto museografico e museologico, l'eccellenza dei lavori strutturali e di restauro compiuti, il valore storico artistico delle opere esposte,ma anche e soprattutto per il significato che esso assume per L'Aquila e per le terre d'Abruzzo dopo il disastroso terremoto del 2009. Il MUNDA - Museo Nazionale d'Abruzzo ha sede nell’ex Mattatoio comunale, completamente ristrutturato con tecnologie antisismiche e ripensato per questa sua nuova funzione, in borgo Rivera a ridosso delle mura urbiche, di fronte alla Fontana delle 99 Cannelle: un'area anch'essa significativa, legata alla fondazione della città.
L'intervento di restauro e di funzionalizzazione del complesso è stato interamente assunto dallo Stato italiano per il tramite del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del turismo attraverso Invitalia, nell'ambito del progetto MUMEX, i grandi musei attrattori del Mezzogiorno d'Italia.
La selezione dei materiali esposti è di oltre cento opere, tra i più importanti lavori del Museo Nazionale d’Abruzzo che aveva sede nel castello cinquecentesco: opere di diverse epoche e tipologie (reperti archeologici, sculture lignee e dipinti fino al XVIII secolo) rappresentative della varietà e qualità delle collezioni del museo e identitarie della storia e della cultura dell'intera regione.
Il progetto, oltre ad adottare soluzioni allestitive innovative sul piano della prevenzione rischi, con apposite piastre, si è ispirato a criteri museografici moderni, volti a valorizzare sia la dimensione narrativa del percorso, sia i collegamenti dei beni con le chiese, i monumenti e in generale il patrimonio culturale del territorio.
Ci saranno dunque alcune delle più belle e antiche Madonne d’abruzzo, come la Madonna di Lettopalena del XII secolo e la Madonna "de Ambro" della prima metà del XIII secolo, e capolavori noti come il "Trittico di Beffi" e il Cristo e l'adultera di Mattia Preti.
Numerose in particolare sono le opere esposte che, recuperate tra le macerie, hanno trovato nuova vita dopo i danni del terremoto grazie ad attenti restauri, ai quali hanno contribuito anche Istituzioni estere e soggetti privati, come il duecentesco "Cristo deposto" proveniente dal Duomo di Penne, che in occasione del sisma era precipitato rovinosamente con gravissime conseguenze; o come la pala con la Madonna e santi di Giovanni Paolo Cardone, proveniente da una distrutta chiesa cappuccina, per il restauro della quale è stato addirittura messa a punto una nuova metodologia di distensione della tela. Opere d’arte finalmente restituite agli aquilani e alla fruizione del pubblico.