La Grecia salvata e umiliata allo stesso tempo

La "questione greca" è tuttaltro che conclusa, anche se i mercati danno già per scontato un accordo su entrambi i fronti. Il Consiglio dei ministri Ue dell’Economia (Ecofin) potrà dare il suo via libera al prestito ponte da 7 miliardi utilizzando il meccanismo Efsm ma solo dopo che il Parlamento greco, entro la scadenza di stasera, avrà approvato il primo pacchetto di riforme come stabilito dai leader dell'Eurozona lunedì scorso.

Condizione, quest'ultima, tutt'altro che scontata. Il fronte politico di Tsipras, infatti, sta pericolosamente scricchiolando, con pesanti perdite in termini di "risorse umane": oltre la metà della direzione del partito di maggioranza (109 su 201) ha bocciato l'accordo di Bruxelles e il vice ministro delle Finanze si è di fatto dimesso. Il documento firmato dai "dissidenti" non lascia molto spazio alla diplomazia: "Il 12 luglio a Bruxelles è stato compiuto un colpo di stato che prova che l'intento dei vertici dell'Europa era quello di annichilire in modo esemplare un popolo, colpevole di aver immaginato un altro percorso alternativo a quello neoliberista dell'austerità estrema. Un colpo di stato che va contro ogni concetto di democrazia e sovranità popolare.

Il vice ministro delle Finanze Nantia Valavani ha annunciato le sue dimissioni con una lettera a Tsipras nella quale esprime dubbi sul nuovo accordo raggiunto tra Atene e i creditori internazionali sostenendo che con esso la Germania intende «umiliare completamente il governo e il paese». Dopo Varoufakis, lascia dunque anche il numero due del ministero delle Finanze, seguito poche ore dopo da Manos Manousakis, segretario generale del dicastero ora guidato da Euklidis Tsakalotos.

Il prestito ponte da 7 miliardi sarebbe concesso utilizzando il meccanismo di stabilità finanziario europeo (Efsm) e dovrà essere rimborsato entro il tre mesi. Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, spiega che l'utilizzo dell'Efsm appare la soluzione più appropriata, anche se ci sono problemi relativi alla sostenibilità del debito pubblico. Da questo punto di vista, alle preoccupazioni della Commissione Ue, si uniscono quelle  del Fmi: "La Grecia non è in grado di sopportare il peso di un debito pubblico ormai insostenibile, e in aumento, senza un taglio consistente". È questa la conclusione alla quale giunge l’Fmi, il Fondo Monetario Internazionale, in un’analisi interna diffusa dalle principali agenzie di stampa internazionali. "Il debito della Grecia può diventare sostenibile - si legge nel rapporto - soltanto con un taglio che va ben al di là di quanto concordato finora con l’Eurogruppo".

Sul fronte del taglio del debito, tutti però fanno orecchio da mercante o peggio: il portavoce del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, per esempio, ha dichiarato: "Tutti i 19 paesi dell'Eurozona che hanno siglato l'accordo di salvataggio della Grecia hanno concordato che un haircut del debito ellenico non sarebbe compatibile con le leggi europee".

Un inquietante esempio di germanizzazione dell'Europa, di hitleriana memoria...