La beffa della fatturazione telefonica a 28 giorni, Le compagnie fanno spallucce davanti all’inefficacia delle multe AgCom

Scavando nella memoria ogni italiano può certamente ricordarsi delle tanti provvedimenti muscolari dello Stato che alla fine erano finti perchè le sanzioni erano inesistenti comunque talmente basse da non potersi considerare un deterrente valido. Questo in realtà non solo nei confronti di categorie forti ma perfino dei singoli cittadini. I più anziani ricorderanno ad esempio quando venne stabilito che sulle auto andava apposto un inutile adesivo riportante il limite di velocità, lo scopo era identificare i veicoli lenti, in una motorizzazione che cresceva per potenza e volumi di traffico; era come dire a chi ci seguiva di passare pure perché oltre non posso andare! Venne reso obbligatorio intorno al 1972 e non lo era più nel 1976 anche perchè si scoprì presto che il legislatore si era dimenticato di prevedere la sanzione. Ma oggi il meccanismo di “far grancassa” su un, magari legittimo provvedimento, ma renderlo di fatto inefficiente perche per i contravventori pagare la multa vine considerata una percentuale di perdita accettabile a fronte di un incasso decisamente più alto è la norma quando si tratta di operazioni milionarie se non miliardarie, così scopriamo che c'è chi fa spallucce davanti ad un verbale sanzionatorio da un milione 160 mila euro, perchè nel frattempo l'irregolarità genera fatturato da 1 miliardo e oltre. Parliamo ovviamente della famigerata fatturazione telefonica a 28 giorni che magicamente ha fatto apparire nei bilanci di singoli e famiglie un mese all'anno in più. Insomma paghiamo le bollette telefoniche e di internet per 13 mesi anziché 12. Una torta da almeno un miliardo 200 milioni che si dividono i gestori delle reti come maggiore fatturato piovuto letteralmente dal cielo o meglio generato dal fatto che le società, facendo in questo “cartello” hanno imposto ai loro clienti una bolletta ogni 28 giorni, invece di quella tradizionale mensile. E' il “liberismo economico bellezza” verrebbe da dire. Ma nell'epoca dei garanti, che spesso non garantiscono generando più spesa che incassi, ci si aspetta un intervento. Puntuale arriverà la multa per le quattro società sott'accusa (Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb). Il Garante per le Comunicazioni (l'AgCom) li accusa di aver abbandonato la fatturazione mensile. Ma il Garante, ha le armi parecchio spuntate, potrà sanzionare ognuna di queste aziende per un massimo di un milione o poco più. Sembra molto a noi mortali che ci arrabattiamo con precariato, stipendi e salari da fame e ai quali una multa per divieto di sosta diventa salasso insopportabile. Ma non è così per i signori della telefonia, perchè sanno bene che la legge non permette ad Agcom di andare oltre una multa di un milione e 160 mila euro, contravvenzione per altro già rinviata al 2018. Eppure, per armare efficacemente il garante sarebbe bastato aggiungere alla sanzione fissa l'obbligo di restituzione ai clienti delle somme indebitamente prelevate per rendere tutto efficace. Peccato che nessuno ci abbia pensato, anzi peccato che chi ci aveva pensato si è guardato bene dal dare questo potere al Garante al quale non è rimasto che fare solo l'esercizio masochistico matematico  di calcolare quanti soldi le società guadagnano in più nel corso di un anno grazie alla nuova bolletta parametrata sui 28 giorni. Un esercizio che rimarrà ufficialmente riservato agli uffici ma che in realtà vede già parecchie indiscrezioni  che parlano  di cifre impressionanti. Le aziende ricaverebbero in media quasi un miliardo in più a testa in un anno dai loro clienti della rete fissa, soprattutto telefono tradizionale e  adsl Internet ai quali bisogna aggiungere i soldi degli italiani che hanno una sim per cellulare con un abbonamento annesso. Fuori dai conti del Garante sono  rimaste le sim ricaricabili alle quali per prime è stata applicata la stessa manovra tariffaria e che ormai sono le più diffuse, per questo è raginevole sospettare che le cifre degli incassi in odore di fraudolenza siano molti di più. Le compagnie telefoniche fra l'altro non solo hanno fatto credere che la bolletta ogni 28 giorni era solo un meccanismo contabile non pubblicizzando l'effettivo aggravio generato, ma agendo in sinergia fra loro, hanno di fatto evitato che il consumatore migrasse da una compagnia all'altra, semplicemente perchè non vi era dove migrare.