Isis alle porte dell’Italia Sabrata copia di Palmira

 

Mentre a Roma è cominciato domenica un summit internazionale alla ricerca di un difficile accordo fra i due Governi della Libia (quello filo-islamico della capitale Tripoli e quello di Tobruk, riconosciuto in Occidente), più volte annunciato e puntualmente smentito, gli avamposti dell'Isis si sono spostati da Iraq e Siria sulla costa libica, in particolare a Sirte, proprio di fronte all'Italia.
Due Governi, decine di bande armate (in gran parte decise a controbattere la deriva delle bandiere nere jihadiste), una terribile minaccia per il meraviglioso sito archeologico di Sabrata, la 'Palmira libica', 70 chilometri a ovest di Tripoli e altrettanti dal confine con la Tunisia.
In più un doppio mistero: è vero che si troverebbe a Sirte il capo del Califfato, Al Baghdadi, trasportato lì dalla Siria dov'era stato ferito in un bombardamento? Mentre si ignora la sorte del figlio di Gheddafi che giocò anche nell'Udinese (è in carcere e minacciato di morte), un video mostra Hannibal, il più sanguinario dei tre figli del raìs. Sostiene che, dopo essersi rifugiato in Libano, è stato rapito da militanti che vogliono informazioni su un leader religioso sciita libanese scomparso anni fa a Tripoli, l'imam Moussa al-Sadr. Insomma, un caos completo.
Torniamo a Sabrata, tesoro di rovine romane sul mare, patrimonio dell'Unesco come Palmira in Siria. Finora siamo soltanto al timore di uno scempio simile, purtroppo però credibile per due ragioni. L'Isis usa le barbare devastazioni dei più famosi siti archeologici per dimostrare la sua rottura col passato. Ma sopratutto, abbattendo ciò che resta delle famose rovine, come con la vendita del petrolio, si procura un'importante fonte di finanziamento (come i talebani in Afghanistan) vendendo i reperti a danarosi collezionisti d'arte antica.
Sabrata fu fondata dai Fenici nel VII secolo avanti Cristo in uno dei pochi porti naturali della Tripolitania e poi conquistata e ampliata dai Romani. Un imponente teatro, il forum, le vie colonnate, le statue di marmo, i templi dedicati a Giove, Iside ed Ercole.
E un ulteriore timore: che da Sabrata la cieca furia distruttrice delle 'bandiere nere' prenda poi di mira anche Leptis Magna, sulla strada verso Misurata, con i suoi teatri e un acquedotto che funziona ancora dopo due millenni.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it