In Asia come a Lampedusa e anche là impera l’egoismo

La storia si ripete. E così pure le tragedie dei disperati che fuggono dalle guerre e dalla fame. E anche l’egoismo di chi sta meglio e non accetta di dare una mano. Noi in Europa abbiamo migliaia di migranti africani e mediorientali che si affidano a trafficanti sfidando la morte in mare per approdare in Italia e sognando i Paesi del Nord.
Ma nonostante gli appelli umanitari lanciati dall’Onu e dall’Ue, alcuni grandi Stati si tirano indietro appunto per egoismo. E sono la maggioranza: Inghilterra, Francia, Spagna, Polonia, Ungheria, baltici. E così l’onere dell’accoglienza ricade soprattutto su noi.
Ma adesso, oltre agli sbarchi a Lampedusa e l’invasione via terra a Tarvisio, anche nel Sud-Est asiatico si vive un dramma simile perché migliaia di bengalesi e birmani di etnìa Rohingya sono stati per giorni alla deriva nel mare delle Andamane perché gli Stati più ricchi si son rifiutati di aiutarli e accoglierli.
Finalmente Indonesia e Malaysia si son lasciate convincere dalle forti pressioni dell’Onu, ma il loro ‘sì’ allo sbarco dei migranti è condizionato, temporaneo: infatti entro un anno devono lasciare i Paesi dove son arrivati.
Come si è detto all’inizio, è una storia che si ripete. Chi non si ricorda del ‘boat people’ (i barconi con migliaia di vietnamiti e cambogiani che volevano sfuggire alla lunga guerra e arrivare a Hong Kong, allora inglese?). O l’ordine dato dalle autorità spagnole di aprire il fuoco sui migranti che cercavano di entrare a Ceuta e Melilla, possedimenti iberici in Africa?
Infine, peggio ancora, dopo anni di fuga in Florida dei cubani dal regìme di Castro, ecco il muro più lungo del mondo eretto dagli States (e gli Usa sarebbero il paradigma della democrazia…) per impedire l’ingresso a messicani e centro-americani clandestini) . Copre quasi tre quarti del confine meridionale del Paese, peggio di quello degli israeliani con la Palestina e quello storico a Berlino per bloccare la fuga in Occidente dei tedeschi dell’Est.
Ma chi sono questi Rohingya? Musulmani di lingua indoeuropea che vivono in Myammar (ex Birmania) e Bangla Desh (un tempo Bengala). Sono circa due milioni e rappresentano la minoranza etnica più perseguitata in Asia, relegati in ghetti da cui non possono muoversi. Chi riesce a fuggire tenta di raggiungere a ogni costo una vita migliore. Ma l’egoismo è un ostacolo come le tempeste in mare.
Augusto Dell’Angelo
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