Il paese delle sei religioni ma tolleranza nel mirino

Se l'Arabia Saudita e l'Iran sono le capitali dei due credo della galassia islamica (rispettivamente quello sunnita, che è maggioranza, e quello sciita), l'Indonesia è il Paese con più fedeli musulmani al mondo (87% dei 255 milioni di abitanti, sparsi sulle sue 17 mila isole). Un Paese in cui regna l'Islam dei teologi 'dialoganti', che convive senza problemi con le altre cinque religioni dell'immenso Stato.
Eppure due 'cellule' di kamikaze dell'Isis hanno seminato il terrore nella capitale Giakarta con una serie di sanguinosi attentati durati 4 ore. Il pacifico Paese ne è uscito sconvolto come in occasione degli assalti terroristici di anni fa a Bali, l'isola-gioiello (ma allora si trattava di un conflitto per il dominio su Timor Est). Lo scoramento generale è stato espresso dal magnate che ha acquistato l'Inter da Moratti, l'indonesiano Erick Trohir.
Un tempo colonia olandese, poi preda dei giapponesi durante la Seconda guerra mondiale, divenne indipendente grazie al suo primo Presidente, Sukarno, considerato il padre della Patria. Ora alla guida del Paese, una delle 'tigri asiatiche' che cresce del 5% all'anno, c'è Joko Widodo, eletto nl 2014.
L'Indonesia è una democrazia, non uno Stato islamico in senso stretto. Infatti è sempre stato un laboratorio politico proprio per la sua tolleranza dialogante con le altre religioni. Gli attentati di Giakarta dimostrano però che quel periodo è finito in quanto anche qui si sono infiltrati i germi cancerogeni del fondamentalismo islamico.
La sua particolarità è che qui la rivelazione di Maometto è giunta nel 9°-10° secolo, specialmente grazie ai mercanti indiani e non per conquista araba come altrove. La parola chiave è “pancasila” che è una filosofia che predica giustizia e rispetto delle diversità. I cardini di questa Nazione-mosaico stanno appunto nel rapporto paritario tra le varie comunità.
Dovrebbe rappresentare un esempio per il futuro dell'Islam politico, altrove dilaniato da sanguinose lotte intestine e incapace di confrontarsi con realtà spirituali diverse. L'Indonesia non ha mai cancellato i legami con le culture preesistenti (buddhismo, animismo, culti locali) pur avendo il Corano quale collante.
Ma quale Corano? Sì, quello degli imam, ma che qui convivono con i 'sanro', una specie di stregoni-sciamani che hanno una funzione quasi di psicologi. Dunque: insieme, religione e arti occulte, magia bianca e magia nera. Qui, a differenza dei territori dello Stato Islamico, le 'streghe' non sono mai state arse vive, senza pietà.
Nell'animo gentile degli indonesiani si mescolano sia la tolleranza dolce del buddhismo sia la predicazione d'amore del cristianesimo. Le stragi di Giakarta han cercato di distruggere questo invidiabile equilibrio.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it