Isis, nuova strage in Siria: morte almeno 300 persone nel villaggio di Deir Ezzor, rapite le donne e i bambini

L'orrore è ormai talmente di casa che vi è un concreto rischio assuefazione nell'opinione pubblica, le notizie di stragi ed attentati rischiano di scorrere nei notiziari come se nulla fosse, mentre in molti dinnanzi alle immagini di stragi e violenze cambiano semplicemente canale, come struzzi mettono la testa nella sabbia. Un rischio altrettanto forte come quello di lasciarsi andare alla paura, un rischio che è frutto della stessa matrice del terrore. Ieri è arrivata la notizia dalla Siria dell'ennesimo massacro, 300 morti con molti decapitati, prelevate casa per casa. Un bilancio terribile dell'ennesimo massacro perpetrato dagli jihadisti dell'Isis nell'est della Siria, a Deir Ezzor. I militanti dello Stato islamico, secondo quanto riferisce l'Osservatorio per i diritti umani, hanno anche rapito oltre 400 civili di cui allo stato non si conosce la sorte. Tra questi vi sarebbero anche donne e bambini. Secondo quanto hanno riferito attivisti locali ai media curdi, "150 delle vittime sono state decapitate, li hanno uccisi casa per casa". Stando a quanto reso noto dalla direzione della Ong che monitora gli sviluppi in Siria, i prigionieri sarebbero stati portati in aree controllate direttamente dallo Stato islamico ed è facile già saper a quale sorte saranno destinate le donne più giovani, utilizzate per dare trastullo ai combattenti, mentre  bambini saranno indottrinati per poi diventare futuri combattenti. Tra le vittime, invece, vi sarebbero almeno oltre una settantina di militari dell'esercito governativo. Le milizie avevano fatto irruzione sabato in un villaggio, uccidendo più di 280 persone, in maggioranza donne e bambini, e gettando i loro corpi nel fiume Eufrate e nella campagna intorno a Deir ezzor al confine con l'Iraq.
Anche l'agenzia di stampa statale siriana, Sana, ha confermato l'episodio parlando di uccisioni di massa, con decine di persone decapitate e torturate prima di essere massacrate. L'attacco arriva in un momento delicato, con scontri continui tra Isis e le forze militari siriane a cavallo del confine iracheno.