I segreti nascosti sotto ai muri cittadini

Il Telamone sotto al balcone

Il Telamone sotto al balcone

Sono trascorsi tre lustri da quando, a seguito di piccoli lavori di restauro sulla facciata di Palazzo Susanna di Prampero a Udine (angolo via Savorgnana e via Stringher), noto anche come palazzetto Puppi, affiorò il lacerto di un affresco raffigurante un telamone che, proteso bocconi, sostiene il sovrastante balcone. Dipinto ancora visibile. E sono passati 480 anni, da quando il palazzo assunse, in città, le sue nobili fattezze.
Pochi s’interrogano sui beni preziosi delle propria città. Camminano ogni giorno davanti case e palazzi, affreschi e monumenti, senza mai dimostrare un moto di curiosità per quelle mura che, in fondo, sono la loro casa. E pochissimi si sono interrogati sul dipinto in questione, pur avendo brindato e gozzovigliato per anni all’osteria sottostante: Il grappolo d’oro.
L’opera, in effetti, risale al periodo rinascimentale, quando l’edificio fu completamente ristrutturato assumendo le attuali fattezze cinquecentesche.
Va da sé, che la scoperta dell’affresco al tempo allertò la Soprintendenza stuzzicando l’interesse degli studiosi in merito alla storia dell’edificio fino ad allora ingiustamente sottovalutato. E tra gli studiosi vi fu l’assessore alla cultura del tempo, Marisanta di Prampero de Carvalho che abitò lo stesso palazzo durante l’infanzia. Dopo alcune straordinarie scoperte, la di Prampero pubblicò il saggio “Perché Giovanni da Udine fu sepolto al Pantheon? Giovanni da Udine con Bramante e Raffaello”, testimoniando che il telamone rinvenuto stava senz’altro ad indicare che la mano che in epoca rinascimentale ristrutturò il palazzo, non era di un proto qualunque, ma di un architetto talentuoso ed erudito: Giovanni da Udine, appunto.

La città si nobilita

Sull’edificio, infatti, vennero riscontrate precise corrispondenze di simmetria e proporzioni fedeli ai canoni classici del “de Architectura” di Vitruvio, specifiche per l’edilizia privata.
L’uso fedele dei precetti vitruviani e delle proporzioni architettoniche, in una lontana provincia come Udine è significativo; soltanto una persona in confidenza con gli ambienti romani e veneziani avrebbe potuto sostenere un’opera simile e le indagini della di Prampero confermarono così la mano del genio udinese pupillo di Raffaello. E’ a lui, dunque, che si dovrebbe l’aspetto cinquecentesco del palazzo che, su committenza privata, sorse nella piazzetta preesistente denominata Pozzo San Giovanni, poco lontana da Duomo.
Il genio delle “grottesche” recuperò così due case medioevali, le abbassò, le rimaneggiò nelle facciate e nelle piante arricchendole nelle finiture e le trasformò in un solo edificio dalle proporzioni classiche e di maggior prestigio. Fu intervento di grande portata e originalità che prese a modello l’impianto della casa romana ma modificato secondo i dettami vitruviani; ma non solo: l’acutezza del Da Udine, lo fece scegliere tra i modelli vitruviani più adatti a una piccola cittadina e, cioè, la domus nobilitas urbana facendo in modo di elevare, con meno difficoltà possibili, una residenza medioevale al rango di residenza nobiliare. Motivo? La volontà della famiglia Susanna di recuperare nel governo oligarchico udinese l’impegno civile e gli antichi fasti, in conseguenza al secolare servizio reso al Patriarcato di Aquileia.
L’inizio dei lavori di ristrutturazione non è certo, ma verosimilmente risale al 1535.

Leone e stemma, vangelo e castello.

Il palazzo da dove, probabilmente, è scomparso l'affresco

Il palazzo da dove, probabilmente, è scomparso l'affresco

Quante sorprese nascondono i muri di Udine, e chissà quante ne nascondono ancora. Affreschi come quelli su palazzo di Prampero, infatti, affioravano anche sotto agli occhi dei muratori del passato. Ne è un esempio quello che, 115 anni fa, comparve in via Grazzano e del quale, purtroppo, non se ne conosce la sorte. Anche in quel caso fu indirettamente coinvolta la famiglia di Prampero.
Scrissero le cronache del 10 maggio 1900: “Scoperto sulla facciata del palazzo Volpe di via Grazzano un affresco del 1500, che rappresenta il Leone di San Marco con lo stemma e il castello di Udine. Specialmente il castello è raffigurato esattamente ed è ritenuto da chi di dovere un disegno dei più completi che si riconosca su tale oggetto. La Giunta nella seduta di ieri ha stabilito di fare delle pratiche presso il signor G.B Volpe per la conservazione di quell’affresco del quale, per cura del Comune, sarà levata la fotografia. Il dipinto è di vecchia maniera: al lato del libro del vangelo sta uno stemma di Udine, più in su, vedesi un colle sul quale appare un fabbricato, forse il vecchio castello della città. Il tutto è riquadrato con una fascia rossa, bianca e verde. Sul luogo, ora proprietà dei fratello Volpe, si è recato il sindaco di Prampero accompagnato dal sig. Raffaele Sbuelz, impiegato dell’ufficio tecnico, il quale ha fatto rilievi e poscia la commissione artistica, composta dal conte Barretta e dal professore Del Puppo. Il dipinto è fra due finestre del primo piano, è alto 1,50 metri e lungo quasi tre. Non si sa perché ivi fu dipinto quell’emblema, né la data , né l’autore. A quanto dicono merita conservato quale valore storico. Sentiremo coloro che se ne occupano cosa pensano di questa scoperta che deve avere una certa importanza. E’ supponibile, inoltre, che la detta casa sia stata un giorno adibita o a uso scuola, o quanto meno per abitazione del parroco della chiesa dedicata a San Giorgio, esistente, a quell’epoca, di fronte alla casa suddetta”.
La casa in questione, dunque, si trova davanti alla piazzetta dell’attuale osteria “Al marinaio”.