Generali, risultati sotto tono, ma per motivi “straordinari”

Generali ha esposto i dati contabili di bilancio per il 2014 con un calo dell'utile netto rispetto all'anno precedente (da 1,9 miliardi del 2013 agli attuali 1,7 miliardi di euro). Anche se tale (deludente) risultato è stato determinato da situazioni straordinarie (svalutazioni varie), i mercati si sono dimostrati "poco comprensivi" e il titolo ha ceduto il 3% in Borsa portandosi a 18,5 euro.

L'amministratore delegato della compagnia di assicurazione triestina, Mario Greco, visibilmente infastidito, ha dichiarato: "Non gestiamo le performance del titolo in borsa, ma quelle dei conti, di cui siamo soddisfatti. Abbiamo venduto tante attività che non volevamo avere e concluso il processo delle vendite, svalutato tutte le partecipazioni rilevanti che dovevano essere svalutate". In futuro, quindi,  sembra lecito attendersi una maggiore stabilità dei risultati.

In effetti, senza gli effetti delle svalutazioni straordinarie, l'utile netto sarebbe stato di 2,1 miliardi, restano comunque in crescita i premi lordi del gruppo (70 miliardi con un +7,7%) ed il coefficiente di redditività (il Roe), balzato dal 141% del 2013 al 164%.

Tra un paio di mesi è attesa la presentazione del nuovo piano triennale a Londra, Greco ha anticipato che: "Non sarà basato su acquisizioni, non ci servono dato che siamo già ben posizionato in tutte le aree geografiche con un potenziale di crescita". Tre le aree più interessanti, l'Europa, compresi i Paesi dell'Est.

I motivi? La svalutazione dell'euro, il calo dei costi dell'energia e il Quantitative easing di Draghi.