FERROVIA LUBIANA – TRIESTE, 160° ANNIVERSARIO

Nell’estate del 2017 si celebra il 160° anniversario dell’apertura della tratta ferroviaria che collegava Lubiana e Trieste, inaugurata il 27 luglio 1857. Questo avvenimento concluse la realizzazione, straordinaria per l’epoca, della più ampia Ferrovia Meridionale, che permetteva di raggiungere Trieste partendo da Vienna e la cui storia merita di essere ricordata in dettaglio.
Per celebrare la ricorrenza, l’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana dal 12 luglio ospiterà la mostra “La ferrovia Lubiana - Trieste nel 160° anniversario”, a cura di Alessandro Puhali e realizzata dall’UPT – Università Popolare di Trieste, nella quale sono raccolti materiali documentali dalla collezione di Stelio e Tity Davia. Parallelamente, una seconda sezione dell’esposizione sarà visitabile nella sede della Comunità degli Italiani di Capodistria "Santorio Santorio", a partire dal 26 luglio.
Nell’aprile del 1836 la Camera di Commercio di Trieste aveva presentato all’Imperatore d’Austria Ferdinando I un’istanza, affinché venisse realizzato un collegamento ferroviario tra Vienna e Trieste, utilizzando quale primo tratto settentrionale la Ferrovia Vienna - Gloggnitz, la cui costruzione era già stata data in concessione al banchiere barone Georg Simon von Sina. Tale collegamento avrebbe dovuto essere parte di una più ampia relazione ferroviaria con Milano.
Mentre la tratta fino a Gloggnitz veniva realizzata tra il 1839 ed il 1842 (e successivamente riscattata dallo Stato nel 1853), con l’emanazione della Risoluzione Sovrana del 19 dicembre 1841 si optava per la gestione statale delle principali infrastrutture ferroviarie e si decideva che l’Impero Asburgico si sarebbe dotato di una rete ferroviaria a sviluppo radiale, che doveva avere per centro Vienna e l’obiettivo di congiungere la capitale con tutte le aree dell’Impero, favorendone la coesione. Da quel momento la progettazione e la costruzione della Ferrovia Meridionale sarebbero avvenute ad opera dello Stato asburgico, che ne affidò la cura all’ ing. Carlo Ghega, che portò a termine l’incarico nell’arco di quindici anni con determinazione e genialità.
Tra il 1844 ed il 1849 veniva realizzato, con il completamento di tre tratte successive e contigue, il collegamento tra Murzzuschlag e Lubiana (via Graz, Maribor e Celje), scegliendo un tracciato attraverso la Stiria, per il quale si era fortemente impegnato il dinamico Arciduca Giovanni d’Asburgo che risiedeva a Graz, e la Carniola (attuale Slovenia), rinunciando a percorrere la Carinzia o il Burgenland come pure era stato prospettato.
Per completare il collegamento tra Vienna e Trieste però bisognava ancora realizzare la tratta Gloggnitz - Murzzuschlag, superando il massiccio montano del Semmering posto a sud ovest di Vienna, e la tratta Lubiana - Trieste che, una volta deciso di passare per il Carso (rinunciando a percorrere la Valle dell’Isonzo), avrebbe comportato l’attraversamento della palude posta a sud di Lubiana e delle desolate lande carsiche battute dalla bora e prive (almeno in superficie) d’acqua, elemento essenziale per il funzionamento delle locomotive a vapore.
Ghega affrontò le due sfide con un piglio ed una professionalità che lo hanno reso celebre quale progettista ed innovatore nel mondo dell’ingegneria ferroviaria.
Per avere ragione del Semmering realizzò, tra il 1848 e il 1854, la prima ferrovia di montagna in Europa e tra le prime al Mondo, portando i binari all’altezza di m. 898 s.l.m., con rampe del 25 per mille, arditi viadotti e gallerie di cui quella di valico lunga m.1430. A suggello della sua fama, nel 1998, la Ferrovia del Semmering, per prima nel campo delle infrastrutture ferroviarie, è stata iscritta nell’Elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
La tratta Lubiana - Trieste, i cui lavori si protrassero tra il 1850 ed il 1857, richiese a sua volta impegnative realizzazioni come la grande diga sulla palude di Lubiana, gli arditi viadotti di Borovnica (andato distrutto nel corso del II Conflitto Mondiale), di Aurisina e di Barcola, robusti ripari contro la bora e un sistema di acquedotti per rifornire d’acqua le stazioni delle località carsiche. A Trieste poi fu realizzata una stazione, all’epoca una delle maggiori d’Europa, funzionalmente collegata alle strutture portuali, secondo una lungimirante logica di intermodalità treno-nave.
Con l’inaugurazione della Ferrovia del Carso, avvenuta a Trieste il 27 luglio del 1857 da parte dell’Imperatore Francesco Giuseppe, si completava la costruzione della Ferrovia Meridionale, la più lunga tra quelle realizzate a metà Ottocento con i suoi 577 chilometri a doppio binario. Nel frattempo però l’Impero Asburgico, che tanto si era impegnato nella realizzazione di questa grande impresa, era stato colpito da una grave crisi finanziaria e quindi costretto a procedere ad una forzata privatizzazione del settore ferroviario. Nel 1858 la Ferrovia Vienna - Trieste venne ceduta in concessione per novant’anni ad una Società, costituita dai banchieri Rothschild con l’apporto di finanzieri di diverse nazionalità, che assunse la denominazione di “Imperial Regia Privilegiata Società delle Ferrovie Meridionali dello Stato, delle Ferrovie Lombardo-Venete e delle Ferrovie dell’Italia Centrale”.