Fassino catalizzatore del centrosinistra? Come da copione solo l’attore Pisapia ci crede e il web lo incorona “Pisapippa”

Chi aveva dubbi sul fatto che Giuliano Pisapia fosse una sorta di marionetta politica a uso e consumo di un PD che annaspa a sinistra alla ricerca di una unità di facciata, è servito. Le elezioni siciliane ed i sondaggi in mano ai partiti hanno messo in evidenza come con il Rosatellum i Democratici abbiano fatto un errore strategico colossale, dato che anche l’idea di un futuro inciucio in stile Nazzareno 2.0 rischia di non essere possibile per carenza di seggi. Ed allora oggi pomeriggio, mentre l’Italia veniva fatta interrogare sul futuro di “Cosa Nostra” quasi ci fossero imminenti “primarie” fra picciotti e capibastone, ecco arrivare le notizie sull’incontro fra Giuliano Pisapia e Piero Fassino. Il primo probabilmente rappresenta ormai solo se stesso, ma potrà contare su un appoggio mediatico impressionante quasi fosse un Napoleone in ritorno dall’esilio, il secondo è l’uomo inviato da Matteo Renzi per convincere la sinistra ad accodarsi al PD e alle sue politiche. “Sennò vincono le destre” è il mantra che viene ripetuto e megafonato dagli organi editoriali, pubblici e privati, che sostengono senza nessuna vergogna, le tesi dell’attuale forza di maggioranza. In realtà allo stato, rispetto a molte partite aperte portate avanti dal Governo Renzi prima e Gentiloni poi, non ci sono differenze sostanziali con i programmi di un eventuale centrodestra berlusconiano al governo dato che nessuna autocritica è stato operata sugli anni di governo. “Giuliano Pisapia e Piero Fassino hanno avviato un percorso politico e programmatico per una nuova stagione del centrosinistra”. E’ quanto si legge in una nota congiunta diffusa al termine dell’incontro avvenuto a Milano, incontro definito “positivo”. “Consapevoli delle rilevanti difficoltà che si frappongono a una piena ricostruzione di un rapporto con l’elettorato di centrosinistra, il confronto proseguirà nei prossimi giorni con approfondimenti rigorosi e costruttivi, già a partire dell’iter parlamentare delle legge di Bilancio. Nell’incontro – conclude la nota – è stata ribadita la comune convinzione che occorra lavorare con determinazione e passione per contrastare il rischio di derive di destra e populiste”. Pisapia poi tira fuori il suo asso nella manica: “Questa mattina mi ha chiamato il professore Prodi per dirmi di andare avanti nel tentativo di unire il centrosinistra. Lo dico perché mi ha autorizzato a dirlo”. Insomma Prodi utilizzato come un anestetico per intontire e drogare il resto della sinistra. Come da copione scritto in Via del Nazzareno è subito partita la ridda di posizioni di sostegno alla tesi, primo il ministro Maurizio Martina che parla di passo avanti positivo: Per Martina è stato “l’avvio di un confronto e di un approfondimento. Per me si è fatto un passo importante e positivo”. “Abbiamo iniziato ad approfondire alcuni aspetti di carattere programmatico e poi abbiamo ragionato insieme di come sia giusto costruire un centrosinistra aperto, plurale, dove tutti possono dare un contributo positivo all’alternativa a destra e M5S – ha aggiunto il ministro – ovviamente è solo l’inizio di un lavoro che dobbiamo approfondire e continuare nei prossimi giorni”.

A chi gli chiedeva se si sia parlato di ius soli Martina ha risposto: “Abbiamo parlato di una serie di scelte. Certamente abbiamo ribadito l’importanza di alcuni passaggi, ius soli, biotestamento e in generale l’impegno sui diritti che ci vede sostanzialmente fianco a fianco da sempre”. Ed ecco quindi che viene fuori la moneta di scambio, la linea già annunciata da Renzi nella sua Direzione: nessuna abiura del passato, ma un futuro radioso fatto di ius soli e biotestamento, il resto in continuità acritica con le politiche del passato. In questo caso a fare testamento dovrebbe essere la sinistra accontentandosi, come pare abbia già fatto Pisapia, di una mancetta probabilmente fatta di qualche seggio garantito. Senza nulla togliere alle due questioni proposte, queste non possono di certo da sole colmare quel deficit di politiche che non coincidono più fra i programmi di un PD centrista a vocazione liberista e una sinistra che, se pur frammentata, potrebbe essere in grado di esprimere politiche davvero progressiste. Che dire su Pisapia, sicuramente che non è un bravo attore. La recita del salvatore dell’unità a sinistra non gli riesce per nulla. Qualcuno sul web lo ha già definito una “pippa”, insomma un “Pisapippa”. Noi che siamo più delicati pensiamo solo che non gli ha fatto onore accettare le lusinghe del PD pensando di replicare il caso Milano, quando divenne davvero federatore a sinistra, ma oggi sbaglia perchè l’Italia non è una città e ormai l’idea del “sindaco” della nazione si è sgretolata e vive ormai solo nelle visioni notturne di Renzi e Berlusconi.