Edilizia, in Veneto la ripresa resta all’orizzonte

L'annuale rapporto sull'edilizia di Ance Veneto registra un rallentamento della crisi nel settore ma non sufficiente a decretare l'inizio della ripresa nel 2015 in Veneto. Il comparto, infatti, registrerà una ulteriore contrazione del 2%, pari a 250 milioni di euro in meno rispetto all'anno precedente.

Il livello produttivo calerà ancora, ma meno degli anni precedenti ed è accompagnato da alcuni elementi positivi come l'aumento dei mutui erogati per la prima casa (+11,1%), dal numero di compravendite immobiliari (+5%).

Sul fronte dei segni negativi, a soffrire maggiormente sono le nuove costruzioni (-7,1% degli investimenti nel 2015), calo più contenuto per le opere non residenziali (-3,4%). In lieve recupero, infine, le manutenzioni straordinarie (+2%) trainate dai bonus fiscali sulle ristrutturazioni.

Gli interventi su edifici esistenti  rappresentano oggi i due terzi del totale nel solo settore residenziale e il 36,3% del valore complessivo degli investimenti in edilizia.  Dal 2008 ad oggi in Veneto la contrazione ha raggiunto il 45,5% per le ore lavorate, il 40,4% per gli operai, il 36,9% per le imprese iscritte e addirittura il 74,5% per i prestiti concessi alle imprese.

Il presidente di Ance Veneto, Giovanni Samistrari, commenta: "Questi 8 anni di crisi hanno privato il settore di 7 miliardi di investimenti e di 75 mila posti di lavoro. Gli interventi di manutenzione sono divenuti preponderanti. La riattivazione dei piccoli cantieri per la sicurezza del territorio e per la sostenibilità urbana, possono contribuire a recuperare il terreno perduto".

Per tentare di facilitare questo tipo di interventi, l'Ance ha segnalato tutte le opere rapidamente cantierabili, attualmente bloccate dal patto di stabilità interno: su 436 opere, il 27% riguardano scuole, il 19% la riqualificazione urbana, l'11% manutenzione delle strade e, infine, il 10% la mobilità urbana. In totale si tratta di investimenti per 160 milioni solo in Veneto. La Regione nei prossimi anni (fino al 2020) potrà contare su circa 3 miliardi di fondi europei: "Per usarli in maniera efficiente - continua Samistrari - occorre una gestione decisa per evitare che la spesa si perda in mille rivoli non coordinati tra loro".