Della serie quando l’abito non fa il monaco: arrestata ex eurodeputata Forza Italia Lara Comi

Paolo Orrigoni candidato leghista a sindaco di Varese con Matteo Salvini

L'ex eurodeputata di FI, Lara Comi, l'Amministratore delegato dei supermercati Tigros ed ex candidato della Lega a sindaco di Varese, Paolo Orrigoni, e l'ex direttore dell'Agenzia per il lavoro Afol, Giuseppe Zingale, sono stati arrestati nell'ambito della maxi-indagine denominata "Mensa dei poveri" che il 7 maggio scorso portò a 43 misure cautelari.
Comi e Orrigoni sono ai domiciliari, mentre Zingale è finito in cella. Nel mirino della giustizia contratti di consulenza affidati da Zingale alla Comi,che deve rispondere anche di finanziamento illecito e truffa aggravata al Parlamento europeo. Pesanti i contenuti dell'ordinanza cautelare secondo il Gip di Milano Raffaella Mascarino l'ex eurodeputata di FI "Lara Comi ha mostrato una non comune esperienza nel ricorrere ai diversi,collaudati schemi criminosi per fornire parvenza legale a pagamento di tangenti, sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e incameramento di finanziamenti illeciti".
In particolare agli atti la trascrizione di una telefonata con la quale Comi cercò di concordare versioni da fornire a giornalisti e magistrati su una tangente: "Comunque oggi io dirò che non ho mai preso 17 k" (17000 euro). I pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, coordinati dal capo della Dda di Milano Alessandra Dolci, contestano ai tre indagati sette capi di imputazione, cinque dei quali riguardano Lara Comi (quattro per episodi per cui era già indagata) ai quali si è aggiunta la corruzione che probabilmente ha fatto scattare la misura cautelare. La misura degli arresti domiciliari secondo per il gip Raffaella Mascarino rispetto ai reati contestati, sarebbe giustificata vista la "refrattarietà dimostrata dalla Comi in merito al rispetto delle regole". Inoltre la Comi potrebbe ripetere le condotte che le vengono contestate "in una pluralità di scenari che non presuppongono necessariamente l'attuale copertura di una pubblica funzione. Il fatto corruttivo contestato riguarderebbe l'accusa relativa ad una mazzetta su una consulenza a favore dell'avvocato Maria Teresa Bergamaschi incassata da Afol: 38mila euro per un doppio contratto, in parte (10mila euro) dirottata alla Comi. E se Comi finisce ai domiciliare la vicenda costa il carcere per corruzione all'ex direttore Giuseppe Zingale, già indagato anche per istigazione alla corruzione per la nomina di Luca Marsico, ex socio del governatore Attilio Fontana, in un ente regionale. Ma Lara Comi deve anche rispondere di due imputazioni di truffa ai danni del Parlamento europeo. Sotto inchiesta in particolare il denaro retrocesso a Comi da un giornalista, suo addetto stampa, a cui Comi aveva aumentato lo stipendio (da mille a tremila euro mensili) per incassarne poi duemila ogni mese. Insomma una nuova vetta di caporalato. L'altra truffa (finora inedita) è relativa a un contratto fittizio di consulenza come collaboratore al Parlamento europeo di Nino Caianiello, il "burattinaio" delle nomine e degli appalti al centro dell'inchiesta, che però secondo gli inquirenti era del tutto ignaro di questa operazione. Gli ultimi due capi di imputazione sono relativi al finanziamento illecito e alle fatture false per la finta consulenza da 31 mila euro incassata da una società di Marco Bonometti, attuale presidente di Confindustria Lombardia, e indagato per la stessa vicenda.
Ai domiciliari, come accennato in apertura il candidato sindaco leghista di Varese Paolo Orrigoni che era già indagato e deve rispondere di corruzione per una presunta mazzetta da 50mila euro pagata per ottenere una modifica al Pgt (Piano di Governo del Territorio) di Gallarate, su un area dove vi era il progetto di apertura di un nuovo supermercato Tigros. Per giustificare le esigenze cautelari la procura indica nell'ordinanza altri due episodi. Uno riguarda il progetto di costruzione di un mercato Tigros a Baggio, il secondo riguarda l'indagine aperta presso la procura di Busto Arsizio in cui Orrigoni è indagato per induzione indebita: avrebbe dato una consulenza alla compagna del capo dell'ufficio tecnico del comune di Solbiate Olona, per facilitare l'apertura di un nuovo Tigros.