Da culla dell’homo sapiens all’Africa di guerre tribali

Pochi sanno che l'Africa nera ha la storia più antica dell'umanità (fu infatti la culla dell'homo sapiens). Se conoscono gli eventi di quella mediterranea date le 'primavere arabe' e gli sconquassi politici che han prodotto, non altrettanto si può dire per quanto è avvenuto nel Continente nero nel secolo scorso: colonizzazioni (inglese, francese, spagnola, in parte anche italiana, olandese e tedesca), golpe militari, fratricide guerre tribali e religiose, cambio di quasi tutti i nomi degli Stati (peggio che in Asia).
Un terremoto le cui scosse di assestamento non si sono ancora esaurite, a cominciare dalla tragica emigrazione verso l'Europa.
Ma da dove è partita la storia moderna dell'Africa nera? Pochi lo sanno, ma il primo Paese a conquistare l'indipendenza fu il Ghana di Nkrumah, seguito dalle psichiatriche Uganda di Amin e la Repubblica centrafricana di Jean Bedel Bokassa. Seguirono l'apartheid in Sud Africa, la rivoluzione di Mugabe in Zimbabwe, i sanguinosi confitti tribali in Ruanda e Burundi.
Uno dei trampolini ideali per tuffarsi nella storia dell'Africa recente è costituito dagli assolati altipiani dell'Etiopia dove gli italiani (che qui chiamano “musungu”, cioé uomini bianchi) tentarono l'avventura coloniale. La prima volta andò male a Uccialli e Adua nel 1896, l'impresa riuscì invece nel 1935 a Mussolini che conquistò la capitale Addis Abeba e detronizzò il negus Hailé Selassié, costretto all'esilio e all'Sos alla Società delle Nazioni, l'Onu di allora che aveva sede a Ginevra e che aveva come membri soltanto altri tre Stati africani: Egitto, Liberia e Sud Africa.
Di quelle due sanguinose guerre restano ora soltanto alcune fosse comuni, in cui riposano insieme i corpi di soldati etiopi e italiani ormai non identificabili.
Pietre e cespugli: i contadini seminano ovunque, tranne lì. Un segno di pietà un secolo dopo quei massacri.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it