Da Bologna a Scampia unica voce contro la corruzione e lo sfruttamento

Mentre il Papa da Scampia tuonava contro la corruzione a Bologna a fargli eco, con un filo che univa idealmente il nord al sud della penisola, era la marcia dei 200mila di Libera che chiedevano legalità, verità e giustizia per le vittime della mafia e della corruzione. "Corruzione e mafia sono veramente due facce della stessa medaglia, camminiamo per questo, perche' ci sia un cambiamento, se no la memoria diventa retorica". Ha detto don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di Libera, che ha organizzato la manifestazione per le vie di Bologna: a sfilare per le strade migliaia di persone. "La politica non faccia mezze leggi sulla corruzione, sulla prescrizione, sull'autoriciclaggio" ha auspicato don Luigi Ciotti. "Abbiamo bisogno di cose nette, radicali, se no sono sempre dei compromessi - ha proseguito - che favoriscono le attenzioni di chi ha altri interessi". La politica deve fare la propria parte, ha detto ancora il presidente di Libera, ma anche i cittadini sono chiamati a fare la propria parte. "Non possiamo essere cittadini a interruzione - ha spiegato - ne' possiamo chiedere sempre agli altri delle cose". "Dobbiamo evitare la corruzione della speranza cioe', promettere cose che poi non si realizzano" ha ribadito don Luigi sfilando lanciando un messaggio di speranza nella ricerca di giustizia per tutti i familiari di vittime della mafia che partecipano oggi alla manifestazione a Bologna. "E' da anni che si parla di dare una svolta nel contrasto alla corruzione e alla mafia" ha detto ancora don Ciotti, ora serve una svolta.

"Corruzione e mafia sono veramente due facce della stessa medaglia, camminiamo per questo, perche' ci sia un cambiamento, se no la memoria diventa retorica". Rivolgendo un pensiero ai familiari che partecipano alla manifestazione don Ciotti ha detto: "Questi familiari non possiamo prenderli per il naso, sono stanchi. Non c'e' una strage della quale si conosca fino in fondo la verita'. Il 70% di loro - ha concluso don Ciotti - non conosce la verita' e questo non e' possibile". Parole che completano quelle altrettantoi forti dette dal pontefice in visita a Napoli: “Un cristiano che lascia entrare dentro di se' la corruzione 'spuzza'", ha gridato Papa Francesco a Scampia. "La corruzione 'spuzza', la societa' corrotta 'spuzza'", ha spiegato. "Togliere lavoro - ha aggiunto - e' corruzione".

Secondo il Papa, "corruzione e' una tentazione, e' uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza". "Corruzione e' una parola brutta. Quanta corruzione - ha lamentato - c'e' nel mondo". "Una ragazza ha trovato lavoro in una ditta turistica: 11 ore di lavoro a 600 euro. 'E' poco', ha lamentato. 'Se non ti piace c'e' la coda', le hanno risposto. Questa si chiama schiavitù non è umano non è cristiano e se quello che fa questo si dice cristiano dice una falsità". Con queste parole Papa Francesco ha condannato il "lavoro nero" equiparato alla peggiore forma di corruzione.