Da Bokassa tiranno cannibale a una carneficina dimenticata

La ricordiamo come il Paese dei diamanti e degli elefanti la Repubblica centrafricana che, a onta del suo nome, è da sempre ai margini del Continente nero. Ma soprattutto non ci siamo scordati del suo famigerato imperatore cannibale Jean Bédel Bokassa che dal suo trono d’oro la terrorizzò fino al 1979. Però pochi sanno della carneficina che la sta dilaniando, frutto dal 2013 della guerra religiosa fra cristiani e animisti (stragrande maggioranza, 85%) e musulmani.
Qui, tra chiese e moschee, un foulard da scout può salvare la vita. Due donne, due pezzi di stoffa e due religioni. Se è islamica ed esce senza velo dal quartiere-prigione della capitale Bangui è uccisa o violentata. E’ invece lasciata in pace perché riconosciuta cristiana se appunto si mette un foulard lasciando scoperto il volto.
Un Paese fallito e dimenticato dal mondo, un cuore di povera tenebra vasto due volte l’Italia, con appena 4,5 milioni di abitanti che in media non superano i 50 anni e 173 bambini su mille non arrivano ai 5 anni.
I cadaveri intasano i pozzi, i missionari distribuiscono acqua e kit sanitari. Quasi mezzo milioni di profughi (quasi tutti islamici) tra Camerun e Ciad, circa altrettanti cattolici sfollati all’interno del Paese, molti relegati nel grande campo allestito alla periferia di Bangui, sorvegliati e protetti da soldati francesi (la Repubblica centrafricana era infatti colonia di Parigi) e Caschi blu.
L’insidia sono le scorrerie delle bande musulmane dei “Seleka” (tradotto, “Coalizione”). Controllano una grande fetta del Nord e hanno una presenza anche nella capitale. La massa degli islamici che han perso la casa o la capanna vive in campi-enclave da cui non può uscire mentre i cristiani possono entrarvi.
Ma non c’è coabitazione tra i due gruppi, salvo per le partite di calcio che continuamente vedono opporsi gli uni agli altri. Però la convivenza non va molto oltre la linea di porta. Qui riconciliazione non fa rima con giustizia.
Tornando a Bokassa, una serie di golpe da una parte e dall’altra ha caratterizzato la sua fine politica e umana (infarto). La sua vedova ed ex ‘imperatrice’ Catherine vive in una villa bianca nel quartiere dei ministeri a Bangui. La comunità internazionale ha invano tentato di candidare suo figlio Bokassa junior alle elezioni presidenziali. Ma, visto il suo nome, non aveva chances di vittoria.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it