Cronaca dal cimitero Siria dopo quattro anni di guerra

 

Una guerra continua dal marzo 2011 e un Paese ridotto a cimitero. Terrificanti i numeri forniti dall'Onu: 300 mila morti, 12 milioni di profughi di cui 4 fuggiti in Libano e 250 mila addirittura in Iraq nonostante anche là sia in atto un conflitto, mezzo milione verso l'ospitalità in Germania, Inghilterra e Svezia, una vita media di 55 anni, 20 in meno di prima della guerra.
All'inizio le persecuzioni dei rivali del dittatore Assad, poi il confronto armato con i miliziani di Al Qaeda, da un anno l'avanzata dei tagliagole del Califfato che premono da vicino la capitale Damasco. Risultati terribili: metà della popolazione ha bisogno di assistenza, 4 siriani su 5 sono finiti in miseria, 3 milioni di bambini non vanno più a scuola, il 57% degli ospedali è stato danneggiato e il 37 raso al suolo (dagli stessi militari del regìme che li avevano costruiti).
Il primo sangue ha cominciato a scorrere nel marzo 2011 a Deraa, sud del Paese, dove centinaia di ragazzi sono scesi in piazza per chiedere la liberazione di loro coetanei arrestati e torturati per aver scritto slogan contro Assad sui muri della loro scuola.
Visto che la rivolta divampava, il tiranno ha fatto massacrare centinaia di civili con bombe sganciate dagli elicotteri sui loro quartieri. E 65 mila sono scomparsi nelle celle dei Servizi segreti. E ora, da gennaio a luglio, ci si è messa pure l'Isis con crimini contro l'umanità, torture, violenze sessuali e traffico di schiavi.
La responsabilità è anche (o sopratutto) delle Grandi Potenze che alimentano la guerra per i loro interessi geopolitici: da una parte Russia e Iran da sempre amici di Assad, dall'altra Francia, Inghterra e Stati Uniti che però si limitano ai proclami senza agire.
Il clan degli Assad che da mezzo secolo domina il Paese, appartiene alla minoranza degli alauiti che ha la sua roccaforte nel porto di Latakia dove i russi hanno insediato il grosso dei loro soldati. Assad, da sempre nemico dei curdi, si è da un po' di tempo inimicato anche i drusi e ora controlla soltanto la capitale e le regioni che da qui scendono verso il Libano e il mare.
In tutto questo quadro tragico si inserisce anche un particolare quasi comico: il tiranno ha appena inaugurato a Damasco un grande parco dedicato a Kim Il-sung, il dittatore della Corea del Sud, amico di Hafez Assad, padre sanguinario dell'attuale Presidente.
E adesso che succederà? Dipende dai russi e sopratutto da inglesi e francesi se finalmente si decideranno a passare dalle parole ai fatti.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it