COP21, DOPO LA CINA ANCHE GLI STATI UNITI RATIFICANO L’ACCORDO DI PARIGI SUL CLIMA

L'accordo di Parigi sul clima  raggiunto nel dicembre scorso nel corso del Cop21, era un carta vuota o quasi per la mancata firma di due paesi Usa e Cina, che da soli valgono il 40% della produzione di co2. Da ieri invece quell'accordo si è improvvisamente riempito di speranze e  potrà essere visto dalle generazioni future come 'il momento nel quale abbiamo infine deciso di salvare il nostro Pianeta'. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dopo aver annunciato la ratifica dell'accordo da parte della prima economia mondiale. "In fin dei conti, segniamo un punto di svolta per il nostro Pianeta", ha detto ancora Obama alla vigilia del G20 in Cina, Paese che poche ore prima ha annunciato la ratifica dello stesso accordo. Obama era arrivato a bordo dell'Air Force One a Hangzhou, dove si svolge il vertice, e ha fatto l'annuncio sulla ratifica dell'accordo preso nel corso del Cop21 subito dopo che la Cina, come era stato concordato, facesse lo stesso. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è detto 'ottimista' per l'entrata in vigore entro la fine dell'anno dell'accordo di Parigi sul clima, per la riduzione delle emissioni, dopo che Cina e Stati Uniti lo hanno ratificato. "Avete dato un forte impulso per far entrare l'accordo in vigore. Sono ottimista che ci si potrà arrivare entro la fine dell'anno", ha detto il numero uno del Palazzo di vetro in occasione di un incontro con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il suo omologo cinese, Xi Jinping, alla vigilia del vertice G20 che si svolgerà oggi e domani  a Hangzhou. L'accordo di Parigi è stato sottoscritto da 180 Paesi ma poi ognuno deve provvedere a ratificarlo, secondo le proprie leggi. Serve la ratifica di almeno 55 Stati, rappresentanti il 55% delle emissioni di gas che provocano l'effetto serra, perché il trattato entri in vigore. Con Stati Uniti e Cina si arriva a circa il 40% delle emissioni. La Cina da sola rappresenta il 24% del totale e fino a oggi avevano ratificato l'accordo solo 24 Paesi, soprattutto piccoli Stati insulari, pari al'1,08% delle emissioni.