Angela di nome e di fatto? La Merkel diventa sostenitrice dell’accoglienza di profughi e migranti

Chi ci legge assiduamente l'avrà notato, in genere non siamo teneri con Angela Merker. Non lo siamo stati sulla vicenda greca, non lo siamo stati sulle ingerenze relative alle questioni italiane, non lo siamo stati sulle politiche del rigore imposte a tutti i costi, che tanti danni hanno provocato favorendo solo la Germania. Ma oggi con la posizione assunta dalla cancelliera sulla vicenda migranti, anche se certamente condizionata dalla consapevolezza che il problema è irrisolvibile con i muri o con la forza, la cancelliera si mostra in una luce diversa. Consideriamo anche che la consapevolezza che non si può fermare uno tsunami con le mani, altri leader europei non sembrano averla e la posizione assunta dalla cancelliera diventa ancora di più apprezzabile. Basti pensare alla Gran Bretagna di Camerun che addirittura il “muro” virtuale rappresentato dalla Manica lo vuole erigere addirittura per bloccare i “migranti comunitari”. Eppure basterebbe leggersi qualche libro di storia per capire che da millenni gli esodi di massa di persone in fuga da guerre e carestie si possono rallentare, ostacolare, ma non certo bloccare, a meno di non ricorrere a deportazioni e “soluzioni finali” di cui i tedeschi nello scorso secolo sono stati maestri e che per fortuna la Merkel rigetta ma non alcuni suoi concittadini però. Così oggi è proprio l'Angela tanto invisa a molti europei a mettere i puntini sulle “i” e anticipando il vertice straordinario Ue sull’emergenza migranti convocato per il prossimo 14 settembre, non solo si fa sentire ma parla già di soluzioni concrete: “C’è un grande accordo sul fatto che l’Italia debba essere aiutata” nella crisi dei profughi, non è possibile, ha aggiunto la cancelliera, che i tanti migranti che arrivano in Italia ci restino. Serve più solidarietà da parte dell’Europa, “ciò a cui stiamo assistendo non è giusto”. Oibò che è successo, sarà stata la posizione assunta dal New York Times, sarà stato il fatto che sulla vicenda migranti nel vecchio continente si è scomodato addirittura il Presidente degli  Usa Barak Obama, bacchettando la Ue ma dimenticando la sua situazione alla frontiera con il Messico. Fatto sta che un vento nuovo sembra spirare in Europa e soffia dal posto da cui meno lo si poteva aspettare, la Germania. Inspiegabile? Neppure tanto dato che la Merkel ha capito che a cavalcare certi fenomeni xenofobi e razzisti alla fine ci si fa molto male. Secondo quanto riferito dai media tedeschi, parlando a Berlino dei recenti attacchi xenofobi contro profughi e rifugiati, la Merkel ha sottolineato che “non è giusto che soli tre o quattro Paesi assorbano quasi tutti i rifugiati”. Se la gestione dell’attuale crisi fallisse, ha spiegato la cancelliera tedesca, “l’Unione europea ne subirebbe le conseguenze per sempre, in particolare su rispetto dei diritti umani”. Secondo la cancelliera tedesca sulla redistribuzione tra i Paesi membri dei rifugiati in arrivo nell’Unione europea nessuno può tirarsi fuori. “Se non riusciremo a distribuire in modo equo i rifugiati, allora la questione Schengen sarà di nuovo in agenda per molti”. Da inizio anno sono circa 2.500 le persone morte nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare, spiega alla stampa tedesca la Merkel, ci troviamo di fronte a una pesante sfida anche nazionale che non durerà giorni o mesi ma per un lungo periodo, saremo scrupolosi ma abbiamo bisogno anche di essere flessibili”. L’Europa deve “muoversi complessivamente e i paesi Ue devono condividere la responsabilità della tutela del riconoscimento del diritto di asilo”. Insomma Angela pare sposi le tesi italiane e diciamolo senza reticenze, le posizioni espresse anche da Matteo Renzi. Si tratta, se confermato dai fatti, di un primo risultato in politica estera per il nostro Paese. Ma non illudiamoci troppo, non si tratta di abilità machiavellica della nostra diplomazia, ma più drammaticamente di quelle immagine di morte e disperazione che arrivano ormai da troppo tempo dal Mediterraneo e ora anche dai Balcani, ondata quest'ultima che ha come obiettivo diretto la Germania. La Merkel lo sa e sa anche che non può trovare una soluzione alla “Berlusconi”, pagare un dittatore per fare il lavoro sporco e spostare il genocidio in terre altrui. In questo caso il principio “occhio che non vede cuore che non duole” non è applicabile.