Grecia: spezzeremo le reni all’Europa

La Bce e la stessa Germania, spina dorsale della Troika e spine nel fianco della Grecia, non sembrano intenzionate a rendere la vita facile al premier greco Alexis Tsipras.  La Banca centrale ha smesso di accettare i titoli di stato greci come garanzia nella concessione di liquidità alle banche dell'isola.

Sul fronte tedesco, invece, il ministro della finanze , Wolfgang Schaeuble, nell'incontro col suo omologo Yanis Varoufakis, ha evidenziato la ferma volontà di non concedere alcuno sconto sul debito e sugli impegni presi dalla Grecia a fronte del prestito dato.

Dalla stessa Bce, comunque, arrivano anche toni più concilianti, volti a stemperare la situazione: "In Grecia le banche ora sono molto solide e grazie al lavoro fatto negli ultimi tre anni sono molto più in grado di superare lo stress". E' quanto ha dichiarato Daniele Nouy, presidente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, la quale ha aggiunto: "Le Autorità di vigilanza nazionali hanno fatto molto. Ci sono segnali incoraggianti".

Leggendo tali dichiarazioni viene da chiedersi perchè la Bce, organismo in cui la Nouy ricopre una carica apicale, abbia preso una decisione così significativa, sia dal punto di vista economico che politico. Anche il Fondo monetario è intervenuto tentando, maldestramente, di mitigare: "Il programma di sostegno alla Grecia deve andare avanti per evitare il contagio".

Davvero poco rassicurante.

Dal canto suo Tsipras e il suo esecutivo, vanno dritti per la loro strada e, dopo aver incassato il sostegno di Francia e Italia e il niet della Germania (decisamente prevedibile), dichiarano in una pomposa nota: "Il governo prosegue nel suo programma di salvezza nazionale, non fa ricatti e nemmeno li accetta".

Dichiarazione di mussoliniana memoria, ma... alla rovescia: questa volta è la Grecia che vuole "spezzaare le reni" a tutti gli altri.