Domani a Udine, le prove del Big Bang

606x340_260392Gli scienziati di tutto il mondo si stanno mobilitando nell'osservazione dello spazio al fine di dare risposte certe o smentite sull'origine del tutto: il Big Bang.
Ma come è possibile poter “vedere” o riconoscere tracce di un evento avvenuto, pare, 13,8 miliardi di anni fa? Insomma, come può l'occhio umano viaggiare a “ritroso” nel tempo più veloce della luce?
In realtà si tratta dell'osservazione delle radiazioni di fondo, marca della nascita dell’universo e della sua istantanea espansione. Sono onde gravitazionali scoperte dagli astrofisici di Harvard, guidati da John Kovac che, al proposito confermano: «Erano l’anello mancante della cosmologia, qualcosa che era previsto ma di cui non eravamo certi e di cui abbiamo cercato la prova per 20 anni. È la prova provata, la pistola fumante che indica l’espansione dell’universo».
E' emozionante sapere che circa 14 mila anni fa, lo spazio ed il tempo hanno avuto origine. Emozionante quanto incomprensibile, un concetto che ci sfugge, perché rendere finito l'universo e pensare a cosa esistesse prima di esso, il nulla, è per noi davvero inimmaginabile. Anzi, a rifletterci troppo si rischia di perdere la trebisonda.
E sull'osservazione diretta delle prove in sostegno della teoria secondo cui l’universo è cresciuto a partire dalla dimensione di un atomo, confermando pure la teoria della sua cosiddetta inflazione, se ne parlerà nella conferenza che Carlo Baccigalupi, della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste, terrà all’Università di Udine domani 19 maggio, alle 17, a palazzo Garzolini – di Toppo Wassermann (via Gemona 92).
Dopo tre anni di calcoli per esser certi che i risultati osservati dai telescopi del Polo Sud fossero esatti, ora gli scienziati sono pronti a divulgare il quadro della fisica che, finalmente, pare avere una nuova cornice.