AUSTRIA: PROVE D’INCIUCIO COME AI TEMPI DI HAIDER

 

Una nota scrittrice viennese sosteneva che l'Austria “è un piccolo mondo su cui il Pianeta intero fa le prove”. Avvenne ai tempi di Haider quando l'allora Presidente Heitel fece fallire il tentativo di un Governo di coalizione tra Popolari e il leader carinziano, giudicato “impresentabile” dall'Europa.
Replay stavolta dopo il trionfo al primo turno, il mese scorso (al di là persino del suo mèntore), dell'ingegnere Norbert Hofer, portabandiera dell'ultra-Destra del Fpoe odiato dall'Ue, della 'politica dei muri', dell'egoismo, della xenofobia, del populismo e dell'euroscetticismo.
E' quindi clamoroso, ma non sorprendente l'esito del ballottaggio di ieri per eleggere il nono Presidente della Repubblica della storia austriaca (carica più che altro rappresentativa come in Italia). Inciucio doveva essere per fermare Hofer (come un tempo Haider) e inciucio è stato. E questo ha volatilizzato i 16 punti di vantaggio che Hofer aveva al primo turno sul suo rivale, il Verde Alexander van der Bellen; 72 anni, un volto rassicurante, aplomb british, noto perché va sempre in giro con la pistola. Infatti Popolari (Ovp) e Socialisti (Psoe), che ininterrottamente guidano il Paese dal 1945, esclusi dal ballottaggio con un deprimente 22% nella loro somma, han fatto convergere il loro sostegno sul 'più presentabile' candidato.
Ha vinto il Verde, ma soltanto di un'incollatura, Paese comunque spaccato in due e risultati ufficiali rinviati per ore in attesa dei voti per corrispondenza.
Tornando all'effetto 'ciliegia' di cui parlava la scrittrice citata all'inizio, che ne direste se, alle imminenti Comunali a Roma, la favorita pentastellata Raggi vincesse il primo turno e poi fosse detronizzata dall'inciucio al ballottaggio o dalle Sinistre di Giachetti+Fassina o dalle Destre di Meloni+Marchini?
Alla larga dalla tenzone è stato stavolta Strache, leader del Fpoe, che tiene in serbo le sue cartucce per le elezioni politiche in programma l'anno prossimo. Ma c'è stato un altro segno preciso dello scossone politico austriaco: le dimissioni, a cavallo tra i due voti, di Werner Faymann da capo del Governo e da leader dei socialdemocratici (in ambedue i casi dopo 8 anni). Gli subentra per il momento quale Premier l'ex direttore delle Ferrovie, Christian Kern.
Per Vienna si profila ora un'assoluta novità: un Presidente non appoggiato dalla 'grande coalizione' che resta a guidare il Governo nonostante le dimissioni del Cancelliere Faymann. Si può supporre che, se l'Esecutivo non adotterà quanto prima drastiche misure anti-profughi, il nuovo Presidente mandi il Paese al voto anticipato, ben prima della scadenza naturale del 2017.
Viste le premesse, è tutt'altro che lontana l'ipotesi di una clonazione della dura politica di destra adottata da Victor Orbàn nella confinante Ungheria.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it