Torna il calcio scommesse: La camorra condizionò alcune partite di serie B: indagato il difensore Izzo:

Una indagine dei carabinieri ha svelato un giro di scommesse su alcune partite di calcio della serie cadetta e avrebbe coinvolto anche un calciatore che ora milita in serie A. I militari hanno portato alla luce la capacità del clan "Vanella Grassi" (operante a Secondigliano nei quartieri a Nord di Napoli) di influenzare alcune partite di B del 2013-2014, giocate nel 2014. Tutto avveniva attraverso tre "contatti" della squadra dell'Avellino, usati dal capo clan e da altri presunti camorristi per condizionare le partite.

Ingenti somme di denaro per condizionare le partite
Secondo i carabinieri il clan avrebbe messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori della squadra campana, influenzando due gare disputate a maggio 2014. I tre giocatori si sarebbero messi a disposizione dell'organizzazione allo scopo di influire su alcune partite sulle quali i vertici del clan scommettevano denaro.

Indagato Armando Izzo, ex Avellino ora al Genoa
Il giocatore, indagato ma non raggiunto da misura cautelare, è Armando Izzo, difensore napoletano cresciuto nelle giovanili azzurre, in forza all'Avellino dal 2012 al 2014 ed ora al Genoa. Il difensore rossoblu è stato chiamato per la prima volta in Nazionale da Antonio Conte per il primo stage in vista degli Europei. Le gare che sarebbero state oggetto di scommesse sono Modena-Avellino e Avellino-Reggina. Indagati altri due giocatori che allora militavano nella squadra biancoverde: il centrocampista dell'Acireale, Francesco Millesi, già in forza all'Avellino, e l'ex calciatore Luca Pini. Nei riguardi di Izzo, Millesi e Pini, la Dda ipotizza un concorso esterno, senza un inserimento organico, alle attività del clan "Vanella Grassi".

Le cifre: 30.000 euro per Modena-Avellino, 50.000 per Avellino-Reggina
Secondo gli inquirenti, Antonio e Umberto Accurso (entrambi ritenuti esponenti del clan "Vanella Grassi") avrebbero promesso 200.000 euro e poi consegnato materialmente 30.000 euro a Millesi, attraverso l'intermediario l'ex calciatore Luca Pini. Millesi avrebbe utilizzato tale somma per corrompere altri giocatori; in particolare, avrebbe "influito" su Maurizio Peccarisi per favorire la rete del Modena contro l'Avellino in conformità dell'accordo illecito. Sulla partito gli Accurso avrebbero scommesso 400.000 euro, guadagnandone 60.000. Per quanto riguarda l'altro capo di imputazione, relativo alla partita Avellino-Reggina, Antonio Accurso è accusato di aver offerto 50.000 euro, consegnati sempre attraverso Luca Pini a Millesi che li avrebbe utilizzati per corrompere giocatori della Reggina (non identificati) e favorire la vittoria dell'Avellino sulla quale lo stesso Accurso aveva scommesso 400.000 euro guadagnandone 110.000.

Dieci arresti nella rete di affiliati
Sette persone sono state condotte in carcere, i rimanenti tre ai domiciliari; in particolare, una persona è indagata per il favoreggiamento di uno dei capi della consorteria camorristica mentre gli altri due per aver alterato il risultato di partite di calcio professionistico a favore della stessa organizzazione, reati tutti aggravati da finalità mafiosa. Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale antimafia di Napoli I militari dell'Arma hanno identificato i componenti la rete di affiliati vicina al capo clan Umberto Accurso (arrestato dai carabinieri l'11 maggio 2016) e individuato gli specifichi incarichi di armiere, capo piazza, pusher e distributori di mesate agli affiliati e ai familiari dei detenuti.