Adesso, anche se a rate, è terza guerra mondiale

Ha ragione Papa Francesco. Metti insieme i massacri di Al Qaeda, Isis, Boko Haram e altre sigle islamiche fondamentaliste, aggiungici le catastrofi nel Mediterraneo (ribattezzato “Mare morto”) provocato dai trafficanti di essere umani e troverai perfetta la sua definizione: “Anche se frammentata, a rate, questa è la terza guerra mondiale”. Geografia e storia vanno a braccetto. La prima comprende l’atlante dell’orrore, la seconda le date della vergogna umana, i genocidi che hanno insanguinato il ‘secolo buio’, quello appena trascorso. A parte i milioni di morti nelle due guerre mondiali , sono da ricordare la miriade di conflitti regionali ed etnici, nonché le tante vittime nei gulag sovietici e nei campi di concentramento di Mao, sono stati molti (troppi) gli stermini di popoli. Un reato internazionale purtroppo spesso impunito. O addirittura negato, come quello armeno da parte dei turchi. Un elenco schematico diviso per Continente e in ordine cronologico. In Europa dal 1939 al ’45 furono sterminati nei lager nazisti 6 milioni di ebrei e 220 mila tra zingari e gay oltre ai detenuti per motivi politici. Processo al Tribunale di Norimberga nel 1945. Un salto nei Balcani e alla guerra etnico-religiosa scatenata dal serbo Milosevic contro i musulmani di Bosnia e Kossovo. Il suo generale Mladic ammazzò 8 mila persone nel solo villaggio di Srebrenica dal 13 al 15 luglio 1995. In Asia il genocidio già ricordato a opera del Governo dell’Impero ottomano dei giovani turchi dall’aprile 1915 al 1917: 1,8 milioni di vittime (1 e mezzo armeni e 300 mila tra assiro-caldei e siriani cristiani). C’è poi la Cambogia del folle dittatore comunista Pol Pot che dal 1975 al ’79 fece trucidare dai suoi khmer rossi 1,7 milioni di connazionali. I due ‘boia’, Nuon Chea e Khieu Samphan, sono ancora in vita e sotto processo. Infine l’Iraq di Saddam Hussein che nel 1988 fece ammazzare 180 mila curdi che vivevano nel Nord del Paese. Vanno aggiunte le stragi recenti compiute da Al Qaeda e Isis con l’aggiunta, in Africa, di Boko Haram. E ora proprio il Continente nero. Nell’attuale Namibia, dal 1904 all’11, l’esercito tedesco uccise l’80% della popolazione di stirpe Herero. Recentemente ha chiesto perdono.  Circa 200 mila le vittime dell’etnìa hutu in Burundi dall’aprile al giugno 1972- Responsabili i tutsi. Vendetta degli hutu in Ruanda dal 7 aprile a metà luglio 1994 con quasi un milione di tutsi uccisi. In Darfur (parte del Sudan) 300 mila morti a opera delle milizie arabe. Le vittime appartenevano ai gruppi etnici Fur, Massalit e Zagawa. Infine il Sud America. Dal 1978 all’84 in Guatemala 200 mila trucidati dagli squadroni della morte del regìme militare. Questo fu il primo Stato in cui il suo Presidente è stato condannato per genocidio.  E poi il Paraguay. Dal 1950, e per un decennio, il Governo fece uccidere oltre 100 mila indios di etnìa Aché. Condanna per genocidio davanti a una Corte argentina guidata dall’avvocato Garzòn.

Augusto Dell’Angelo
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