UE: DA OGGI MESE TERRIBILE BREXIT, SPAGNA, TERRORISMO

 

Il destino dell'Europa in un mese. A 9 giorni dal doppio voto del 22 maggio (ballottaggio per le Presidenziali in Austria e golpe parlamentare sulla trasformazione della Turchia in Repubblica presidenziale, a uso e consumo del Sultano Erdogan), la serie continua. Oggi comincia infatti il giugno 'terribilis' per il futuro dell'Ue. Amministrative in Italia il 5, Europei di calcio in Francia a rischio terrorismo a partire dal 10, referendum sulla Brexit (uscita o meno dell'Inghilterra dalla Comunità) il 23, voto politico il 26 in Spagna dopo 6 mesi di vani tentativi di formare un Governo, Giornate mondiali della gioventù a Cracovia alla presenza del Papa, ancora pericolo di 'default' in Grecia.
Le elezioni nelle più grandi città italiane si presentano difficilissime per il Governo Renzi, già scosso dal confronto con la magistratura come nel 1992.
Dopo gli attentati a Parigi e a Bruxelles si è discusso se rinviare gli Europei di calcio: Hollande, il Presidente francese più impopolare della Quinta Repubblica, ha tenuto duro, ma non si può negare il pericolo che i fanatici dell'Isis colpiscano negli stadi e nelle strade sia i giocatori sia le tifoserie, tanto più che stavolta il torneo continentale avrà la stessa dimensione dei Mondiali.
Sarà il primo, cruciale banco di prova del coordinamento tra i sistemi informativi e di polizia. Per di più, ad aggravare la situazione, c'è la grande tensione che da settimane scuote la Francia per le dimostrazioni di piazza contro il progetto governativo di riformare il mercato del lavoro.
L'iceberg più grosso per l'Ue sarà il voto inglese del 23 sulla Brexit, un rischio enorme per l'unità e l'economia comunitaria con l'aggiunta del fatto che, se passasse, per la prima volta in un'unione di Stati si parlerebbe la lingua di un Paese che non ne fa parte.
Tre giorni dopo sarà la volta della Spagna. Là, come in Italia e in Austria dove la nascita del grillismo e del neo-haiderismo ha frantumato il tradizionale bipartitismo Destra-Sinistra, a nulla sono valsi i tentativi di accordo tra socialisti e centristi di Ciudadanos. Esattamente come a Vienna.
Il Premier uscente, il conservatore Rajoy, è all'angolo, contestato dal suo stesso predecessore Aznar. La Sinistra e Podemos sono divise tra populismo euroscttico e tradizionale appoggio ai sindacati. Un bel rebus mentre l'economia va su e giù e tutti i partiti escludono una grande coalizione dopo il voto,
I pericoli vengono anche da quella che un tempo stava al di là della 'cortina di ferro'. A Cracovia, patria di Papa Wojtyla, sono infatti attesi milioni di cattolici per le Giornate mondiali della gioventù. La presenza di Bergoglio aggiunge motivi di rischio per la sicurezza, che non si risolvono con i muri tanto cari ai Paesi usciti dalla lunga notte del comunismo.
Di natura invece economico il pericolo targato Grecia, che si ritrova a fare i conti con una crisi che non accenna a diminuire non avendocela fatta a rispettare le condizioni capestro imposte dall'Ue.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it