Turchia: Paese ponte di civiltà, ma senza più equilibrio

Dopo l'ecatombe ad Ankara, la strage di turisti europei a Istanbul, l'antica Costantinopoli, a pochi metri dalla Moschea blu e dal Topkapi. L'attentato dei terroristi del Califfato sul Bosforo ha colpito al cuore la Turchia, Paese geograficamente cerniera e ponte di civiltà tra Europa e Asia. Ma questo duplice sfregio allo Stato che fu la culla dell'Impero romano d'Oriente e di quello ottomano ha fatto perdere al Paese il suo equilibrio.
Il furore distruttivo delle 'bandiere nere' segue la logica (?) della disgregazione globale. Qui, come in Egitto e in Tunisia, colpendo anche il turismo internazionale che rischia di non portare più sollievo economico.
La Turchia di Recep Tayyip Erdogan resta un pilastro della Nato, ma da anni è diventata il tempio delle ambiguità e quindi è colpita lungo i due binari che continuamente si incrociano: la Siria e i curdi.
L'autocrate di Ankara era un tempo amico del dittatore siriano Bashar al Assad, ora è diventato un suo nemico acerrimo. Per anni garantiva un facile transito a chi andava ad arruolarsi e a combattere nelle file dell'Isis, adesso si è schierata contro i terroristi islamici aderendo alla coalizione anti-Califfato a guida Usa.
Ma, nonostante gli impegni assunti, la Turchia, con i suoi 900 chilometri di confine con la Siria, resta permeabile a chi vi fa passare armi e i proventi del petrolio. Inoltre è un Paese sunnita, legato all'Arabia Saudita, e ha milizie schierate contro Assad e l'Isis, è in forte tensione con la Russia (ha abbattuto un suo jet) perché Putin si è schierato al fianco degli sciiti dell'Iran, acerrimo nemico di Ankara. Un vero groviglio, reso ancora più intricato dalla questione curda.
Infatti i curdi sono in Siria i più temibili avversari dell'Isis, che si rifà attaccandoli in Turchia, in definitiva facendo un favore a Erdogan, pur essendo lui un nemico dei tagliagole.
L'attentato sul Bosforo dimostra che stavolta il rivale delle 'bandiere nere', oltre alla sgangherata e poco lineare Turchia, è stata anche l'Europa e in particolare i cittadini della Cancelliera tedesca Angela Merkel, che con Erdogan aveva stretto un accordo per frenare le ondate di migranti diretti nel Vecchio Continente.
Un patto che non ha avuto effetti pratici dato che l'esodo è continuato come prima. Perchè? Erdogan non ha mai ricevuto i 3 miliardi di euro promessi
Anche stavolta, come sulle spiagge e nel museo di Tunisi o sui lidi egiziani, si è voluto colpire il turismo internazionale, fonte di ricchezza dei Paesi presi di mira. Due gli effetti: gli Stati colpiti, che attraversano crisi economiche, soffriranno dei mancati apporti ai loro bilanci nazionali, in quelli da cui provengono i turisti si diffonde la paura e 'fioccano' le disdette. Ecco la spregevole efficacia degli attentati.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it