Siria e altri mondi: La verità variabile

Si suppone che di verità ce ne sia una, senza naturalmente pretendere che sia quella che racconto io. Piuttosto, dovrebbe essere quella basata sui fatti e che non tenga conto delle esigenze di parte oppure che abbia come scopo di dare un’immagine parziale dei fatti estrapolando i contenuti di immagini e commenti a piacimento.
Poi, al di là di tutto, rimane sempre il dramma del raccontare situazioni davvero complicate e che penalizzano alla fine solo e sempre i più deboli. Deboli che non solo subiscono la cattiva sorte di non contare nulla, ma che vengono anche manipolati ad arte oppure del tutto ignorati a seconda della convenienza. Così succede che mentre fino all’altro giorno di Idlib quasi nessuno sapesse nulla, ora giornali e televisioni si sono svegliati improvvisamente per denunciare (giustamente) quanto succede ai soliti poveracci che devono fare fagotto e mollare tutti i loro (spesso pochi) averi ed affetti per scappare dove si suppone ci sia un minimo di sicurezza maggiore che a casa loro dove le bombe cadono e nessuno sa esattamente dove, se sulle loro teste oppure li’ vicino.
Ecco così che la controffensiva dell’esercito di Damasco per riconquistare una regione che fino a prova contraria è parte integrante della Siria e sotto occupazione da parte di gentaglia che altrimenti verrebbe (e così dovrebbe essere) definita come terrorista, diventa un massacro che si deve a tutti i costi evitare se si vuole scongiurare una catastrofe che è peraltro già in atto da nove lunghi anni. Cosi’ i colpevoli diventano (al di la’ di tutti i commenti che si possono fare giustamente sul governo di Assad) i governativi e i russi che dall’alto dei loro aerei sganciano le loro bombe che si sa’, pur essendo spesso intelligenti, non guardano per il sottile su dove cadere. Dall’altra parte ci sono loro, quelli costretti a fuggire che a quanto pare sono difesi dai quasi buoni, cioè da una marmaglia di fanatici salafiti che per lo più si riferiscono alla dottrina di Al Qaeda ed armati fino ai denti dai buoni, cioè noi, gli occidentali, turchi, sauditi, gli emirati arabi e Israele.
Senza contare che gli stessi che ora sono costretti ad andarsene in cerca di un posto un po’ più sicuro (che viene loro negato dagli stessi che accorrono a loro protezione) e a vivere in condizioni disperate, l’inverno particolarmente freddo di quest’anno non aiuta di certo questa lunga colonna di gente che scappa dalla guerra, ma che sta anche scappando da chi fino a ieri li ha costretti ad accettare un sistema di governo repressivo e poliziesco che probabilmente avrebbero voluto evitare, ma senza avere una reale alternativa. Vivere sotto Al Qaeda (ex Al Nusra) e la cricca di banditi che ne condividono le idee, ma con cui non vorrebbero spartire il bottino, non deve essere stato quanto di meglio potrebbe concedere la vita.
Mi par anche di ricordare che quando si combatteva l’Isis (o si faceva spesso finta di farlo) non si andava troppo per il sottile; città intere rase al suolo, le stesse colonne di fuggiaschi (quando potevano farlo), gente sepolta sotto in bombardamenti non trovavano la stessa solidarietà da parte dei media.
Rimane il fatto che azioni di questo tipo comportano inevitabilmente tragiche conseguenze ed indipendentemente dalle presunte buone intenzioni, il problema è che è la guerra di per se’ stessa ad essere una faccenda molto sporca e a provocare morti, lutti, danni nonché a prendere di mira soprattutto gli innocenti. Se si vogliono evitare queste inumani risultati, le guerre non bisogna proprio provocarle; questo e’ l’unico antidoto ai crimini che la guerra comporta. Dopodiché ci vorrebbe anche un minimo di onesta’ intellettuale per definire le cose per quello che sono; la Turchia ha invaso la Siria, non solo nel Rojava dove ha provocato almeno quel minimo sindacale di indignazione, ma anche nell’area in cui ora si sta ferocemente combattendo. Ci sono ormai migliaia di soldati e centinaia di mezzi corazzati e di missili che l’esercito di Ankara si è portato dietro occupando parte della regione e frenando di fatto (combattendo per gli stessi obiettivi di AL Qaeda e soci) l’avanzata dell’esercito regolare siriano che naturalmente con massiccio impiego di armi (e con le conseguenze di cui stiamo parlando) sta cercando di rimpossessarsi del suo stesso territorio. Ma naturalmente noi dal calduccio delle nostre case inorridiamo per quanto ci viene concesso di vedere e sapere attraverso la tv senza poi impegnarci oltre per capire cosa significhi veramente la guerra, scandalizzandoci per le immagini di un bimbo che muore a causa del freddo. Per poi consolarci magari diminuendo di un grado il termostato del riscaldamento, un po’ per solidarietà e un po’ per salvare il pianeta… dimenticandoci di quanto avviene da qualche altra parte del mondo dove uomini, donne, vecchi e bimbi muoiono per gli stessi motivi di cui sopra, ma senza la dovuta attenzione e l’interesse che ogni guerra, ogni tragedia dovrebbe provocare allo stesso identico modo.
C’e’ qualcuno che si ricorda di quanto sta tutt’ora avvenendo in Yemen, dove i nostri alleati bombardano o fanno bombardare senza pietà (con le stesse armi che noi stessi forniamo, sulle quali i benpensanti realizzano lauti guadagni e si crogiolano per l’aumento del PIL che questo business comporta), dove centinaia di migliaia di bambini sono destinati a crepare senza che qualcuno li degni di un minimo di attenzione, dove si e’ creata la peggiore crisi alimentare degli ultimi tempi, dove il colera miete vittime molto peggio del famigerato Corona virus? Non farsi manipolare, e’ davvero chiedere troppo?

docbrino