Se c’è doping, non c’è sport. Anche nel tennis

Dopo le rivelazioni della Bbc di soltanto due mesi fa, quando si è capito che il mondo del tennis non è affatto esente a livello internazionale dallo scandalo delle scommesse, ora si parla di doping. Maria Sharapova ha usato infatti il Mildronate, un medicinale che arriva direttamente dalla Lettonia. Servirà un processo a stabilire come effettivamente sono andate le cose per la famosa tennista russa. Quel che è certo già ora è che il principio attivo contenuto nel farmaco si trova nell’elenco di quelli banditi dalla Wada. Il caso della Sharapova non è però isolato: sono molte decine i tennisti, in campo maschile e femminile, ad averlo utilizzato finora.
Al di là di quello che è, infatti, il caso particolare, ciò che fa rabbrividire è che non si trovi praticamente mai nessuno sportivo in grado di ammettere la propria colpa o, nella migliore delle ipotesi, la temporanea svista.

La piaga del doping è ormai trasversale a tutte le discipline sportive: anche quelle che fino a qualche anno fa restavano “insospettabili”. Se usciamo dal mondo del ciclismo, dove invece ormai da molti anni i casi di assunzione di farmaci illeciti è dilagante, e rimaniamo al tennis, (gioco molto legato alla tecnica individuale), gli esempi non mancano. E le scuse, neppure.
Partiamo dalla bugia forse più celebre, quella di Agassi, ex numero uno: a fine anni ‘90 fece uso di una droga particolare. Sappiamo dal suo libro autobiografico che Andrè ha passato periodi difficili nella carriera sportiva ed anche nella vita privata. Sia come sia, Agassi venne ‘pizzicato’: disse che non ne sapeva nulla e diede la colpa ad altri. L’Atp non gli credette ma insabbiò: è stato lo stesso Agassi a raccontare tutto nel proprio libro-confessione. Un’ammissione ok, ma a dir poco tardiva. Ci sono anche altri casi un pò più ‘innocenti’, diciamo: tennisti che hanno bevuto qualcosa senza leggere le avvertenze. Un’ingenuità forse simile a quella di Maria Sharapova: fatto sta che sentire frasi come “ho sbagliato” o “me ne vergogno” pare quasi essere un momento lontanissimo a venire. Speriamo che le cose cambino.