Rakurs! Ecco il nostro impegno

Rodčenko

Rodčenko

Nuovi punti di vista. C'è una parola russa che sintetizza il concetto: Rakurs. Una sola parola, ruggente, efficace. Una parola che mette in allerta e fa scattare sull'attenti.
Rakurs è stato l'humus che ha consentito il proliferare di una generazione di artisti davvero degni di questo nome, e non certo per l'estetica delle loro opere, ma per il loro contenuto, o meglio ancora, per il movente, l'agente che ne ha portato al concepimento. Stiamo parlando delle Avanguardie russe alle quali Villa Manin di Passariano sta dedicando un'interessantissima mostra, fino al 28 giugno, ma più in particolare della fotografia di Aleksandr Rodčenko e della sua ricerca ad ampio spettro assieme a compagni di viaggio del calibro di Majakovskij e di tutti gli intellettuali russi che negli anni Venti del Novecento cercarono più che mai di dare un senso e un' utilità viva all'arte tutta, in un confronto continuo tra essa e la scienza, l'ingegneria e la meccanica.
L'Avanguardia russa, che portò a una delle più importanti correnti di pensiero del Novecento, il Costruttivismo, teorizzato nel '22 da Alexej Gan, è stata un fenomeno di inedita energia creativa che ancora oggi, se solo gli artisti fossero all'altezza, avrebbe tanto da dire e insegnare.

Rodčenko

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Il Costruttivismo, infatti, fu una sorta di punto a capo. Una chiave di volta epocale che obbligava gli artisti a guardare avanti, al nuovo, al futuro con una grave responsabilità. Numerosi gli incontri e i dibattiti tra ingegneri, architetti, scienziati e fisici per trovare il connubio perfetto tra progresso e bellezza, tra forma e funzionalità mettendo l'arte al servizio e alla comprensione del popolo tutto e della crescita sociale. E' di questo che da troppo tempo si sente la mancanza. Ed è l'assenza di questo confronto che, a nostro avviso, ha portato la società alla disfatta, a quel disimpegno intellettuale, a quella rinuncia alla crescita e alla prospettiva che, pregna di disvalori asserviti all'economia e alla politica, ci ha negato il futuro.
Provate soltanto a pensare quanta bellezza avremmo potuto conservare, anche sulle strade delle nostre città, senza l'inquinamento di correnti Pop asservite al consumismo, e di architetture, a partire dagli anni Cinquanta, asservite alla speculazione e alla politica. Potremmo metterci dentro anche le architetture Socialiste e fasciste ma, paradossalmente, esse contenevano ancora una certa maestria e un pensiero, per quanto discutibile.

Rodčenko

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Il 12 febbraio del 1943, Rodčenco scrisse: «L'arte è al servizio del popolo, ma il popolo è stato condotto Dio solo sa dove. Voglio guidare il popolo all'arte, non usare l'arte per condurre il popolo chissà dove. Sono nato troppo spesso o troppo tardi? L'arte deve prescindere dalla politica».
Rodčenko fu uno dei principali generatori di idee creative, un motore propulsivo delle Avanguardie, una locomotiva lanciata verso il futuro capace di indagare ogni linguaggio: pittura, design, teatro, cinema, tipografia, fotografia.
«Aleksandr Rodčenko – scrive Ol'ga Sviblova, direttore della casa della fotografia di Mosca - è stato indubbiamente uno dei principali generatori di idee creative di quella stagione straordinaria e ne ha rispecchiato alla perfezione la temperie spirituale. Nel 1924 la fotografia venne "invasa" da Rodčenko e il risultato di questa invasione fu un fondamentale ripensamento della natura della fotografia e del ruolo del fotografo. Con l'introduzione del pensiero concettuale, da mero riflesso del reale la fotografia divenne così un mezzo per rappresentare visivamente costruzioni intellettuali dinamiche. In ognuna delle serie fotografiche realizzate negli anni venti, Rodčenko si pose nuovi obiettivi creando veri e propri manifesti che illustravano la realtà e la vita trasformate dai principi artistici del costruttivismo».
«E' difficile non notare quanto ampia sia la nostra ricerca – scrisse il fotografo russo - volta a sperimentare tutte le opportunità offerte dalla fotografia. Come in un volo della fantasia o in un sogno, ne scopriamo ogni giorno i prodigi che rivelano ai nostri occhi una sorprendente realtà».
Ed è di prodigi come questi che oggi non siamo più capaci. Anestetizzati, invalidati per nostra stessa scelta.

Rodčenko

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Non è ammissibile che visitando una mostra di artisti del secolo scorso, si riesca ancora a vivere la tensione per il futuro mentre, visitando mostre d'arte contemporanee, si percepisce soltanto il “niente”, l'anossia, l'inutile. Il non pensiero, il non slancio, l'implosione.
Abbiamo smarrito la visione. Ecco la nostra grande occasione mancata. Oggi non esistono e non sanno esistere più Avanguardie. E un'arte che non sa generare, nei momenti di crisi, le sue avanguardie, significa semplicemente che non è arte, ma mero artigianato da fiere paesane.

Majakovskij fotografato da Rodčenko

Majakovskij fotografato da Rodčenko

E' con vero trasporto, dunque, che vi consigliamo la visita a Villa Manin di Passariano, e in particolare le stanze dedicate alla fotografia di Rodčenko che, assieme a Majakovskij , forse riusciranno ancora a trasmetterci il significato vero di Rivoluzione culturale. Ma con le prospettive più sensate, insegnandoci nuovi sguardi, nuovi punti di vista. Rakurs. E' una parola d'ordine. Oggi più che mai.