POLONIA: QUI MARX E’ MORTO E ANCHE LA MESSA E’ FINITA

In Polonia Marx è morto, ma gliel'aveva imposto il regìme sovietico, però anche la Messa è finita, nel senso che sta nettamente calando la religiosità nel Paese che era il più cattolico d'Europa, in particolare nella seconda città dello Stato, quella Cracovia di cui fu cardinale Karol Wojtyla poi divenuto Papa Giovanni Paolo II, a un tiro di schioppo da Czestochowa, il venerato santuario mariano.
Miti in parte decaduti, in particolare fra i giovani. Adesso i ragazzi vivono con i genitori, studiano musica e pittura, poi si tuffano nella movida notturna, protestano in piazza e battagliano sull'aborto. In sostanza, i ventenni polacchi ora cercano l'anima nel narghilè e tra i vegàni.
Molti si guadagnano da vivere accompagnando i turisti nelle visite nelle principali città. In Polonia la vita non è cara e di lavoro ce n'è a sufficienza, anche se di stipendi alti se ne vedono pochi, Comunque i ventenni di Varsavia e dintorni dicono di sapersi accontentare.
Moltissimi i locali 'sushi'. Nove pezzi costano 4,3 euro mentre un maxi-panino appena 2,4. Perciò è tutt'altro che raro vedere gruppi di ragazze che, prima di andare nel week-end a ballare, si riempiono lo stomaco di 'fast food' a buon mercato.
Città con molte cose diverse, ma unite. E indossano vari 'abiti' nello stesso momento. Quello settecentesco della Old Town, distrutta dai nazisti e poi ricostruita nell'immediato dopoguerra ricalcando i dipinti di Bernardo Bellotto, chiamato Canaletto come il ben più famoso zio. Quello modernissimo dei grattacieli del distretto finanziario, dominati da mega-insegne luminose: Marriott, Bosch, Coca Cola.
Naturalmente c'è poi quello sovietico della lunga 'dominazione', rappresentato dal Palazzo della Cultura, oggi diventato un simbolo cittadino, pur controverso, visto che a piantarlo letteralmente in mezzo alla capitale Varsavia, mandando da Mosca 3.500 operai fra il 1952 e il '55, fu Stalin, un 'regalo' a sempiterno ricordo di chi lì, allora, fosse il vero padrone.
Infine ci sono le città dei due schieramenti politici che si fronteggiano oggi, in piazza e dentro il Parlamento: quello governativo, che comanda talvolta forzando i limiti della legalità, e quello che manifesta duramente per resistere a chi sta cercando di cambiare tutto.

AUGUSTO DELL’ANGELO
Augusto.dell@alice.it