PERCHE’ ORA IN IRAQ E IN LIBIA RIMPIANTI SADDAM E GHEDDAFI

Non bastasse la commissione d'inchiesta Chilcot che, dopo 7 anni di lavori, ha condannato senza appello l'ex Premier laburista inglese Tony Blair per l'intervento militare del 2003 in Iraq accanto a Bush per eliminare Saddam Hussein, ora ci si mette anche il 'Pierino' della politica Usa, Donald Trump. I giudici britannici giudicano quella guerra “sbagliata” perché non c'era la minima prova che il raìs possedesse armi chimiche letali, “illusoria” in quanto è inimmaginabile esportare democrazia e libertà in Paesi come l'Iraq, “improvvida” perché non calcolò quel che sarebbe successo dopo la caduta del dittatore. Lo fecero invece Russia, Francia e Germania che non si unirono all'alleanza Washington -Londra.
Poco dopo, però, la Francia di Sarkozy e la solita Inghilterra (per non perdere i proventi del petrolio) attaccarono la Libia e 'fecero fuori' Gheddafi ignari degli effetti futuri. Risultati: in Iraq i massacri dell'Isis hanno fatto più attentati e vittime nei 13 anni dopo che fu giustiziato Saddam che nei 20 in cui il raìs gasava i suoi rivali curdi al Nord e sciiti filo-iraniani al Sud facendo guerra a Teheran (Trump lo dice senza mezzi termini e parla di 250 mila morti). A Tripoli la stabilità garantita dal tiranno è ora un'utopia dato che c'è il caos delle bande armate, un Governo di unità nazionale è soltanto un sogno dell'Onu e, per di più, c'è l'invasione dei profughi prima ridottissima grazie ai nostri soldi al regìme di Tripoli.
E infatti adesso, con l'eccezione dei curdi e degli sciiti, in Iraq la maggioranza rimpiange Saddam così come in Libia si rivaluta il ruolo di Gheddafi.
Le prove dell'illusione occidentale vengono da Bagdad. Volevamo esportare i nostri valori di libertà. Abbiamo visto cos'è avvenuto giorni fa in una sera d'estate: hanno conquistato la libertà? Sì, quella di morire per l'esplosione di un camion-bomba dell'Isis tra i negozi e i ristoranti della capitale affollati di famiglie e di bambini.
E poi ci sono le parole del meccanico iracheno che riparava le moto del dittatore e abbattè la sua più grande statua. Pagò perché gli uccisero per vendetta 15 familiari. E oggi, 13 anni dopo, si dice pronto a ricostruire un monumento a quel dittatore di cui rimpiange l'epoca, non peggiore dell'attuale.
Cinque riflessioni: 1) se si fossero trovate veramente le armi letali di Saddam, Bush e Blair avrebbero avuto il Nobel per la pace?; 2) Francia e l'eterna 'Fabio Massimo temporeggiatore', cioé la Merkel, non si unirono all'attacco, eppure l'Isis non ha risparmiato a Parigi le ferite degli attentati; 3) la guerra fu mal preparata e sottovalutata (altro che 'il mordi e fuggi' predicato da Bush); 4) è stato un fatale errore sciogliere l'esercito iracheno; 5) sarebbe stato saggio aspettare l'Onu e adottare il principio napoletano “Adda passà 'a nuttata”.
Forse l'Iraq non si troverebbe a rimpiangere l'orco Saddam. E la Libia il despota Gheddafi...

AUGUSTO DheELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it