Paperoni allo scoperto. Resa nota la lista Falciani, gli italiani sono 7000, tutti soliti noti

È già nelle mani della Guardia di Finanza il faldone con i nomi di settemila e oltre correntisti italiani sospettati di evasione fiscale. L'elenco fa parte della lista sottratta dall'ex dipendente Hervé Falciani alla divisione svizzera di Hsbc. Nessuna sorpresa sui nomi che vi sono contenuti, sono i soliti noti del ghota finanziaria italiano, quasi tutti paperoni che in passato hanno già dimostrato una certa propensione alla moltiplicazione delle lor ricchezze in barba alle norme fiscali del Paese. Nessuna sorpresa quindi. La lista Falciani non è altro che l'elenco quasi completo degli italiani dai redditi milionari. Insomma se non sei in quella lista non sei nessuno. Drlle domande insomma la Guardia di Finanza che è entrata in possesso del faldone a Parigi e lo stanno riportando in Italia dovrebbero farla sulle modalità di arricchimento di quelle persone. Allora davvero ne vedremo delle belle. Ed invece è facile prevedere che nella logica tutti colpevoli nessun colpevole ala massimo il governo Renzi troverà il modo di ammorbidire ogni rilievo penale facendo al massimo cassa di somme però molto inferiori a quelle evase. É sempre stato così fin dai tempi dello scudo fiscale, anzi qualcuno già spiega senza imbarazzo che quei denari in Svizzera sono già scudati e quindi nulla sarebbe dovuto al rapace fisco italiano. Comunque la lista con i nomi dei presunti “nuovi” evasori italiani è stata consegnata dal procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier al ministro della Giustizia francese e quindi preso in consegna dagli uomini della Guardia di Finanza italiana. La conferma è arrivata dallo stesso magistrato d'Oltralpe: «Abbiamo avuto l'ordine di elaborare l'elenco dei nomi italiani dalla lista, che contiene migliaia di nominativi. Abbiamo proceduto a estrarre i nominativi e li abbiamo consegnati alle autorità». Analoga procedura ha riguardato le liste di correntisti americani, inglesi e tedeschi, che saranno consegnate alle autorità dei rispettivi Paesi. Alla lista di nomi italiani si è interessato per primo il Procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, che ne ha fatto richiesta al suo collega de Montgolfier per valutarne gli eventuali profili penali. Sarà ora l'Agenzia delle Entrate, a prescindere dagli aspetti giudiziari, a procedere ad un'analisi approfondita sui soggetti da cui può nascere un eventuale accertamento fiscale. Le indagini del Procuratore francese si stanno svolgendo in collaborazione con lo stesso Falciani (doppia nazionalità: francese e italiana), che, trasferitosi in Francia, ha contribuito a decifrare i dati sottratti e sequestrati dalle autorità d'Oltralpe, dopo la denuncia depositata dalla stessa Hsbc. Nel periodo in cui lavorava per la filiale di Ginevra della banca, il tecnico informatico è riuscito a mettere le mani sui dati di oltre 120mila conti correnti dell'istituto, con l'intenzione di offrirli ai governi interessati. L'apertura dell'inchiesta a Nizza deriva dalla convinzione che diverse persone che risiedono nella regione abbiano aperto conti nella banca di Ginevra per riciclare denaro sporco. Ma come funzionava l sistema messo in “chiaro” dalla azione di spionaggio di Falciani, il sistema è chiaro quanto banale visto che per spostare soldi da una parte all’altra del mondo ormai basta premere un tasto. E mentre la polizia li cerca ancora con i vecchi metodi assoldando perfino cani che fiutano il denaro nella rete delle forze dell'ordine finiscono degli “esportatori di denaro fai da te” e non certo i grandi capitali. Così può esserci il riciclaggio di denaro sporco e la speculazione finaziaria, ma anche l'evasione fiscale, tutte concause che hanno amplificato la crisi economica. Insomma mentre le forze dell'ordine presidiano le frontiere, i flussi di denaro passano indisturbati nelle reti, perchè l’informatica non ha controlli e anche quelli esistenti sono facilmente eludibili.

Lo aveva già spiegato alla stampa internazionale Hervè Falciani, l'ex dipendente della Hsbc che ha sottratto alla holding la lista di clienti tra i quali circa settemila italiani sospettati di evasione fiscale e che fin da subito ha respinto le accuse di essere una spia, o di aver offerto al miglio offerente i dati sottratti alla banca: “Mai venduto nulla, ha detto. Io ho denunciato i meccanismi oscuri con cui le banche violano gli accordi internazionali” e “l’ho denunciato” alle autorità francesi. Fermarsi ai nomi, comunque, “é stupido, lì ci sono i pesci piccoli. I nomi sono un piccolo problema” dietro il quale c’é quello “enorme”, quello dell’assenza di regole per la finanza internazionale.

Falciani, nato “in un paradiso fiscale” dove “si impara come nascondere il denaro da piccoli, come da voi il calcio”, racconta di aver deciso di rivelare la lista dopo aver visto “decine di migliaia di strutture off shore, quelle utilizzate dalla criminalità. Davanti a quei numeri si poteva capire che l’opacità era voluta, non era più artigianale come quella che avevo visto a Monaco”. Con le garanzie bancarie gli speculatori possono arrivare a spendere “fino a due miliardi, partendo da un milione”. E’ qui, dice, “che servono i controlli. E la tracciabilità totale del denaro”.

Il fondo europeo contro la crisi, poi, “sono 750 miliardi in garanzie bancarie. Serve a pagare i debiti dei Paesi, come la Grecia. Ma i debiti dove sono? Nelle banche. E’ come prendere da una tasca e mettere in un’altra” con la differenza degli “interessi” che vengono pagati alla fine “dai cittadini alla banca. Questo – conclude – é la base del sistema finanziario che mette in pericolo l’economia”.