PADRE DELL’OMAN SENZA EREDI SUCCESSORE IN UNA LETTERA

Pochi sanno dove, nella Penisola Arabica, si trovi il sultanato dell'Oman e ancora di meno ci sono andati. Tra loro anche chi scrive, nel febbraio 1974, fra i pochi giornalisti italiani accreditati al seguito dell'allora Presidente Giovanni Leone e di donna Vittoria, sulla via di Teheran, dove regnava ancora lo Scià Reza Pahlavi.
Ricordo ancora che il paesaggio mi ammaliò con i suoi immensi deserti punteggiati da palme e cammelli e con minareti dorati nella capitale Muscat. “Suq” dovunque, alberghi di lusso, dappertutto maxi-foto del sultano sorridente.
Una monarchia assoluta già retta da 4 anni (dal 1970) dal sultano Oaboos bin Said Al Said, che 'regna' ancor oggi dopo 47 anni, ma compare sempre meno in pubblico (l'ultima volta il 15 febbraio per ricevere il leader iraniano Rouhani).
Il sultanato ha 3,8 milioni di abitanti ed è uno dei più sviluppati e stabili tra i Paesi arabi. Una particolarità nella religione: in un mondo arabo dominato dalla doppia galassia sciita o sunnita. Il 75% degli abitanti dell'Oman pratica l'”ibadismo”, una pacifica terza via che deriva da un'antica corrente dell'Islam seguita soltanto dall'1% dei musulmani del Pianeta, fondata 20 anni dopo la morte di Maometto (“Ibn Ihad”),
Allora come adesso la sua ricchezza deriva dal petrolio. Lui salì al trono, detronizzando il genitore Said bin Taymur, con l'impegno di attuare le riforme per far uscire il Paese dal Medioevo. Il padre, dopo averlo mandato a studiare in Inghilterra, per il suo carattere ribelle l'aveva posto agli arresti domiciliari in una residenza privata.
C'erano soltanto tre scuole e un ospedale e 20 chilometri di strade asfaltate. Ora tutti gli omaniti vanno a scuola fino a 18 anni, hanno gli ospedali gratis, non hanno tasse e le strade fanno invidia a quelle europee.
Dalla storia di un lungo regno alla cronaca dei nostri giorni Siccome il 'padre del sultanato' è separato dalla moglie dal 1979, è molto malato da 4 anni, magro e tirato, e non ha eredi né figli, temendo una dura lotta familiare di successione, ha preso un foglio e una busta e vi ha scritto la sua scelta con un messaggio: “Entro 72 ore dalla mia morte, apritela e rispettate le mie volontà”.
Spesso viene in Germania per continuare le terapie, Ma vi sono poche speranze che sopravviva a lungo. E questo preoccupa molto non soltanto i suoi 'sudduiti', ma anche tutti i Paesi del Golfo Arabico dove il sultanato rappresenta un fattore di stabilità.

AUGUSTO DELL’ANGELO
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