OPEAZIONE “IPPOCRATE” IN LIBIA: INTERVENTO UMANITARIO A MISURATA

Si chiamerà “Operazione Ippocrate” l’intervento sanitario- militare italiano per aiutare i militari del Governo di accordo nazionale che combattono l’Isis in Libia. Un passo in più rispetto a quanto realizzato fino ad ora in Italia, dove già stiamo curando militari libici presso il Policlinico Militare del Celio ed altre strutture civili.
Ad illustrarla il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, nelle sue comunicazioni alle commissioni riunite Esteri – Difesa di Camera e Senato, insieme al Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
“Siamo pronti per realizzare un ospedale da campo presso l'aeroporto di Misurata” ha detto, spiegando che consentirà di garantire le cure alle forze di sicurezza libiche rimaste ferite nella battaglia di Sirte contro i jihadisti dello Stato Islamico.
L’Operazione prevede l'installazione di un ospedale da campo italiano in Libia, con lo schieramento di 300 militari: 65 tra medici e infermieri, 135 unità di supporto logistico generale e 100 unità che costituiscono la vera e propria “force protection”, adibita cioè ad assicurare la sicurezza del nosocomio.
Una missione "umanitaria" che dovrà essere "tempestiva" data la presenza di militari libici feriti sul campo nei combattimenti di questi giorni, per la quale “il governo adotterà i provvedimenti normativi del caso”.
L’ospedale da campo avrà, tra le sue capacità iniziali, quelle di effettuare “triage”, visite ambulatoriali, trasfusioni e disporrà di 12 posti letto. Sarà disponibile anche un team chirurgico di supportocomposto da 6 unità che affiancherà i medici libici nell’ospedale di Misurata.
La capacità finale sarà raggiunta dopo 3 settimane, quando nell’ospedale da campo sarà possibile il ricovero di 50 pazienti (due in terapia intensiva) ed effettuare un’ampia gamma di prestazioni sanitarie tra cui anche la diagnostica per immagini.
“A regime - ha aggiunto il Ministro - lavorerà in piena sinergia con l'ospedale di Misurata”.
Nell’ambito dell’operazione Ippocrate anche il dispiegamento di un velivolo C27J dell’Aeronautica Militare, nel caso fosse necessaria una evacuazione di emergenza, e di una nave - già prevista nel dispositivo di “Mare Sicuro” - al largo delle coste libiche per il supporto logistico.
La richiesta di realizzare una struttura sanitaria in Libia - formulata al nostro Governo dal governo Serraj - risale allo scorso 8 agosto.
Richiesta davanti alla quale il nostro Paese “che insieme ai principali alleati segue quotidianamente l’evolversi della situazione complessiva e le tensioni politiche” non si è fatto trovare impreparato.
Lo scorso mese di agosto è stato svolto un “lavoro preparatorio per avere possibilità di essere immediatamente operativi e rispondere ad una richiesta esplicita” ha detto il Ministro spiegando che il 15 ed il 23 agosto sono state effettuate delle ricognizioni tecnico logistiche e, successivamente, è stato inviato un nucleo di collegamento presso il Ministero della Difesa libico.
Nel suo intervento la titolare del Dicastero ha affermato inoltre che a Sirte le milizie di Daesh “sono confinate in uno o due chilometri quadrati distribuiti su due e tre quartieri” e che “le forze libiche di Al Serraj hanno sigillato l'area dove si trovano i jihadisti, con un anello di contenimento”.
Un risultato importante stante la “preoccupazione che i jihadisti, scappando da lì, potessero portare instabilità in altri territori".
Il Ministro Pinotti ha poi spiegato che a fine mese prenderanno il via le operazioni di addestramento della guardia costiera e della marina libica nell’ambito della missione Eunavfor Med.
In Libia “la situazione è frastagliata e con elementi di instabilità” ha concluso, spiegando però che su diversi versanti, quali lotta al terrorismo, azioni umanitarie, addestramento “sono stati compiti passi concreti che valutiamo molto positivi”.